Vitalizi, ex deputati pronti al ricorso. «Abbiamo dato una vita per il Paese»

Vitalizi, ex deputati pronti al ricorso. «Abbiamo dato una vita per il Paese»
VENEZIA - «Ci ha dato dei ladri, a noi che abbiamo dato una vita per il Paese, che abbiamo lavorato per le istituzioni. Il signor Di Maio è arrivato a darci dei...

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VENEZIA - «Ci ha dato dei ladri, a noi che abbiamo dato una vita per il Paese, che abbiamo lavorato per le istituzioni. Il signor Di Maio è arrivato a darci dei parassiti. Ma come si permette questo nullafacente e dilettante? È un oltraggio». Indignato è dir poco. Luciano Righi, 80 anni, vicentino, è il coordinatore regionale veneto dell'Associazione Ex Parlamentari della Repubblica che ha convocato un'assemblea straordinaria in un albergo a Grisignano di Zocco per fare il punto sulla delibera taglia-vitalizi.

 
Cioè la delibera approvata il 12 luglio dall'Ufficio di presidenza della Camera (ma non dal Senato, che ha chiesto un parere al Consiglio di Stato) e che entrerà in vigore il 1° gennaio 2019. Tra l'altro - e questo è uno dei cavalli di battaglia degli ex parlamentari - «senza comportare alcun risparmio, checché ne dicano Di Maio & C.», perché i soldi tagliati ai vitalizi saranno accantonati. «Sanno già che i nostri ricorsi saranno accolti», dice Maurizio Paniz, ex parlamentare e uno dei 5 avvocati scelti dall'Associazione per preparare le carte bollate. Il punto debole della delibera è la retroattività: le regole le puoi cambiare - dicono gli ex - ma da oggi in avanti, non per il passato. LA STRATEGIA
La strategia è far capire ai cittadini che oggi tocca ad ex deputati e senatori, ma domani toccherà a chiunque altro. La storia degli ex parlamentari privilegiati che prendono il vitalizio senza aver versato adeguati contributi, non regge - dicono. «La quasi totalità dei pensionati ha la pensione calcolata con il sistema retributivo, cioè sulla base delle ultime retribuzioni». Giovanni Crema, bellunese, vicepresidente dell'Associazione Nazionale Ex parlamentari, lo scandisce: «Fino alla legge Dini nessuno prendeva la pensione sulla base dei contributi versati». I numeri li snocciola l'avvocato Paniz: «In Italia ci sono 18 milioni di pensionati, i baby pensionati sono 9 milioni. L'84% delle pensioni è con il sistema retributivo, solo il 4%, le più recenti, con il contributivo, il restante 12% è a metà tra retributivo e contributivo. 737mila italiani sono andati in pensione con 7-8-9 anni di lavoro: con la legge Rumor si poteva essere pensionati dopo 14 anni 6 mesi e 1 giorno di lavoro, potendo detrarre università, servizio militare, gravidanze».
I RICORSI

L'indignazione degli ex, dice Righi, non è solo per il taglio economico («Illegittimo»), quanto per i modi. «Non ci danno neanche i dati. Se chiamiamo alla Camera per avere informazioni, o non rispondono o sono reticenti». Rincara Crema: «Non è una battaglia economica, il disegno è demolire l'istituto parlamentare». Su 250 ex parlamentari veneti, circa 130 sono iscritti all'Associazione. Il termine per presentare i ricorsi scade il 10 settembre: «Ho già ricevuto più di 250 incarichi a livello nazionale», dice Paniz. Solo che a giudicare i ricorsi degli ex deputati saranno tre attuali parlamentari. Nominati da chi? Dal presidente della Camera, Roberto Fico. Cioè colui che ha voluto tagliare i vitalizi. Se i tre non saranno idonei, Paniz è già pronto a ricusarli, così come, in caso di verdetto negativo, ad arrivare al Consiglio d'appello, alla Cassazione e alla Corte europea dei diritti dell'uomo. «Che è quella che farà saltare l'autodichia», dice Paniz riferendosi alla particolare prerogativa di Camera e Senato di risolvere le controversie con un organismo giurisdizionale interno. Solo che passeranno anni. «E nel frattempo - dice Righi - come farà a vivere quel nostro collega, assistito da una badante, che da 2.800 euro di vitalizio se ne troverà 900?».
Alda Vanzan Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino