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Due anni per una visita oculistica. È il tempo che dovrà attendere un residente in provincia di Pordenone per poter effettuare la visita specialistica. A metterlo nero su bianco un nostro lettore che ha inviato una lettera al Gazzettino di Pordenone per segnalare quanto accaduto. Nonostante il tempo biblico il lettore non ha perso comunque il senso dell’ironia. «Ho preso appuntamento per una visita oculistica - scrive - importo indicativo 36 euro di ticket. Ho accettato, ma dovrò trovare comunque soluzioni alternative, visto che la prima data disponibile a Sacile è il 16 settembre del 2025! Due anni meno 9 giorni!! L’alternativa, ovviamente è la visita praticamente immediata, ma a pagamento. Notevoli ritardi - conclude la sua lettera - oramai sono una consuetudine, ma sarei curioso di sapere se ho stabilito il record assoluto, ne andrei fiero».
IL RECORD
Ebbene, caro lettore, dopo una ricerca negli archivi del giornale, possiamo dire che la sua attesa è proprio da record, almeno sino a quando siamo riusciti a tornare indietro nel tempo.
COSA FARE
Non abbiamo riscontri per mancanza di notizie più precise, ma quasi certamente la visita in questione non è contrassegnata sulla prescrizione con la lettera “B” (breve) per la quale sono consentiti al massimo 10 giorni di attesa. Se così fosse potrebbe rivolgersi all’Asfo e chiedere l’autorizzazione per una visita privata (dove vuole lei) e poi farsi rimborsare. In realtà è molto più probabile che si tratti di una prescrizione “D” (differibile) e in questo caso l’attesa non dovrebbe superare i 30 giorni. Potrebbe anche essere, infine, una visita preventiva “P” e quindi l’attesa si allungherebbe a 120 giorni. In entrambi i casi, però, non è possibile accedere al privato e farsi rimborsare. Sicuramente potrebbero esserci altre strutture sanitarie in regione, oltre a Sacile, che hanno tempi più brevi, oppure, estrema ratio, rivolgersi a una struttura privata convenzionata in Veneto.
L’ATTACCO
Resta il fatto che la questione dei tempi sempre più lunghi in sanità non è uno scherzo. La consigliera regionale, Simona Liguori della Civica Fvg, accende ancora una volta i riflettori sui disagi. «Riceviamo segnalazioni di cittadini che non riescono ad effettuare le visite nei tempi prescritti dal medico e sono costretti a ricorrere al privato. In particolare un cittadino che avrebbe dovuto svolgere un’ecografia a 10 giorni non ha trovato disponibilità nelle strutture pubbliche prima di 6 mesi e ora rischia di dover pagare di tasca propria l’esame in un struttura privata. Come segnalato più volte anche attraverso un atto d’aula, la procedura per ottenere il rimborso della visita privata non è di facile fruizione per il cittadino. Questo è l’ennesimo caso che testimonia come sia complicato per i malati ottenere le visite e le cure necessarie nei tempi giusti». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino