Visita cardiologica con priorità entro 30 giorni, ma la prima disponibilità è tra otto mesi

È l'ennesimo caso di tempi di attesa lunghi. Questa volta è successo ad un pordenonese dopo aver ricevuto la prescrizione per una visita cardiologica

Visita cardiologica con priorità entro 30 giorni, ma la prima disponibilità è tra otto mesi
PORDENONE - Colpiti anche dal "fuoco amico". Già, perché dalla trasmissione di Mario Giordano su Rete 4, non certo un avamposto rosso, sono partite...

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PORDENONE - Colpiti anche dal "fuoco amico". Già, perché dalla trasmissione di Mario Giordano su Rete 4, non certo un avamposto rosso, sono partite l'altra sera due bordate alla volta delle aziende sanitarie di Udine e Pordenone, e nello specifico ai direttori generali Giuseppe Tonutti e Denis Caporale. Nel dettaglio gli strali dell'inviato della trasmissione Fuori dal coro, sono arrivati a fronte dei biblici tempi di attesa per potersi curare. Sono stati presi tre esempi di visite con priorità "B" e "D" (rispettivamente 10 e 30 giorni di attesa) che erano stati inseriti dopo un anno. Da qui l'attacco ai due direttori che sono parsi in difficoltà, anche perché a fronte di quelle situazioni, c'è ben poco da dire.


Ne sa qualche cosa anche V.P. pordenonese, che dopo essere andato dal suo medico di medicina generale, ha ricevuto la prescrizione, priorità D (30 giorni) per una visita cardiologica. L'esito: piazzato a otto mesi e mezzo di distanza, il prossimo ottobre. Bene (anzi male). L'uomo, però, non si è perso d'animo e ha cercato di trovare una soluzione. Alla fine il suggerimento è arrivato dal consigliere regionale Nicola Conficoni che gli ha suggerito, visto che ne aveva i requisiti, di inviare entro 4 giorni una mail all'ufficio specifico chiedendo il rispetto dei tempi oppure l'autorizzazione a procedere alla visita in forma privata, ma il pagamento lo deve fare l'Asfo detratti i soldi del ticket.


Beh, è accaduto il miracolo. Poche ore dopo l'invio della mail, V.P. ha ricevuto una telefonata dall'ufficio sanitario nel quale, verificata la bontà dei requisiti, ha prontamente modificato i tempi di attesa e gli otto mesi sono diventai 20 giorni. «Io - ha spiegato la persona interessata - per fortuna me la cavo, sono in grado di spedire una mail e conoscevo il consigliere regionale a cui ho chiesto lumi, quindi mi è andata bene. Ma penso a una persona anziana che non conosce la tecnologia. Quella persona, non avrà il rispetto dei tempi. Non è giusto».


Che non sia giusto, non è certo una novità. Probabilmente, però, la politica se effettivamente fosse più vicina ai cittadini (guadagnando anche rispetto), dovrebbe interessarsi molto di più ai problemi reali delle persone, come le attese stratosferiche in sanità o altre problematiche. Nella vituperata prima repubblica, i consiglieri regionali e i parlamentari, avevano un riferimento sul territorio, un ufficio dove almeno una volta alla settimana ricevevano gli elettori parlandoci personalmente e per il resto c'era sempre un addetto che cercava di risolvere i problemi pratici. Quello che ha fatto il consigliere Conficoni, dovrebbe essere una regola. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino