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VENEZIA - Un viaggio che turba, ma straordinario tra i volti deformati e le figure caricate e stranianti, capaci di mostrare molto più che un ritratto, quanto di svelare i moti che scuotono l'animo umano, quello proposto da De' Visi Mostruosi e Caricature. Da Leonardo da Vinci a Bacon, mostra promossa dalla Fondazione Giancarlo Ligabue in programma a Venezia da oggi al 27 aprile, all'Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti a Palazzo Loredan in campo Santo Stefano. Percorrendo l'esposizione, rimangono impresse nella mente le figure esagerate, i volti deformati dalle smorfie, le teste caricate e i ritratti grotteschi realizzati dai grandi artisti attivi in Italia settentrionale tra il XVI e il XVIII secolo. Disegni che accompagnano i visitatori in un universo inaspettato e straniante, che trova il suo compimento all'ombra del bello, del sublime e dell'ideale, soggetti privilegiati dell'arte pittorica dell'epoca.
LA GALLERIA
«Il naturalismo, la fisiognomica, il ritratto grottesco, l'esasperazione dei tratti, l'identificazione e la classificazione di tipi umani nei disegni di Leonardo e dei grandissimi artisti lombardi, emiliani, ma soprattutto veneti e veneziani che si sono cimentati in questo genere sottolinea Inti Ligabue, presidente della Fondazione Giancarlo Ligabue Ci spingono a riflettere in altro modo sulla nostra umanità, sulle conoscenze del mondo naturale di quei tempi, sui costumi della società, che ci ha immediatamente preceduto e nei cui confronti siamo ancora debitori. È sempre l'uomo al centro dei nostri interessi».
A partire dalle carte di Leonardo Da Vinci, che dei ritratti caricati scriveva nel Codice Atlantico e nel Trattato della Pittura, affermando che «De' visi mostruosi non parlo, perché senza fatica si tengono a mente», si viaggia attraverso la galleria di caratteri umani realizzati da Francesco Melzi e Giovan Paolo Lomazzo, Aurelio Luini, Donato Creti, Giuseppe Arcimboldi, che con Leonardo dialogano attraverso continui rimandi e citazioni, fino al naturalismo dei Carracci e del Parmigianino, per approdare alla caricatura del Settecento veneziano, dove il ritratto si fa ridicolo e scherzoso, intrecciandosi con la grande tradizione teatrale della città, attraverso le caricature di Anton Maria Zanetti e dei Tiepolo, come confermato anche dalla presenza nelle biblioteche dei due artisti della Serenissima, di importanti testi di tradizione leonardesca.
IMPULSI E SUBCONSCIO
Un tema che continua a esercitare il suo fascino anche nel 900, dove l'attenzione torna prepotente sull'alterazione della fisionomia come specchio di un sentimento inconscio, un moto interiore profondo, assumendo nuovi significati, come emerge in tutta la sua potenza, dal trittico Tre studi per un ritratto di Isabel Rawsthorne di Francis Bacon del 1965: riflesso di sogni e di incubi, capace di restituire al ritratto caricato la profondità di senso a cui tendeva Leonardo nei suoi studi.
Fulcro centrale dell'esposizione il prezioso nucleo di 18 disegni autografi leonardeschi, tra cui la nota Testa di Vecchia in Collezione Ligabue, prestati eccezionalmente dalla Veneranda Biblioteca Ambrosiana, dalla Pinacoteca di Brera e dalla Devonshire Collections di Chatsworth che ha consentito di esporre per la prima volta in Italia i fogli della Collezione del Duca di Devonshire. Da segnalare, tra le rarità in mostra la galleria di 20 caricature tiepolesche che rappresentano un vero e proprio catalogo di caratteri universali. «La mostra rappresenta un viaggio e offre l'occasione per sottolineare una linea di continuità, che possiamo definire settentrionale, nel genere della Caricatura o, meglio, della deformazione e trasformazione dei tratti fisiognomici conclude Pietro Marani Una linea già indicata da alcuni critici agli albori della modernità che partendo dai visi mostruosi di Leonardo e dalle pitture ridicole dei lombardi, inglobando esperienze del naturalismo carraccesco, fiorirà nella Venezia della pima metà del 700».
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Il Gazzettino