BELLUNO Se il trasporto non è sicuro, allora ci pensiamo noi. In un momento in cui ancora non è chiaro quali e quante siano le garanzie che i ragazzi avranno nel...
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LA DECISIONE
La ragione del fai da te è chiara: «Abbiamo bisogno che i nostri figli viaggino sicuri. E l’idea è quella di organizzarsi sia per l’andata sia per il ritorno. È chiaro che bisogna trovare persone che abbiano la disponibilità di andare a Belluno per l’inizio delle lezioni e altre che siano pronte per raccogliere i propri figli alla conclusione della mattinata». Oltre che per ragioni di sicurezza, la scelta trova motivo anche nell’incertezza che sta accompagnando la ripresa delle lezioni: «Quale tipo di abbonamento dovrei fare? Le prime due settimane e poi vedo come va? E ad ottobre: un mese? No, nell’incertezza io mi sto organizzando diversamente. E forse l’abitudine di ragionare in rete, cioè dove non arrivo da sola, ce la possiamo fare insieme, aiutandoci, mi ha fatto pensare in maniera immediata e naturale a questa soluzione. L’ideale – conclude Adriana – sarebbe costituire un gruppo fisso, non solo per andata e ritorno, ma che rimanga fisso nel tempo, così da costituire una sorta di nucleo familiare».
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IMPEGNO SOSTENIBILE
Tuttavia, il percorso Mel-Belluno è lungo 15 chilometri e quello a cui stanno pensando i genitori è un impegno sostenibile. Più difficile è pensare ad un’organizzazione autonoma, che cioè non utilizzi il servizio pubblico, per le grandi distanze. Si tratta infatti, quello del trasporto per gli studenti, di un problema che riguarda chi frequenta le scuole superiori che sono concentrate in alcuni luoghi della provincia e sono frequentate da studenti e studentesse che provengono anche da molto lontano: levatacce alle 6 per salire sul pullman di linea ed essere in tempo utile nella sede scolastica. Eppure l’idea sta prendendo piedi anche altrove: «Anche qui stiamo pensando a soluzioni di gruppo – conferma Francesca che abita in un paese del Cadore e lavora in una scuola del capoluogo – perché la priorità è la sicurezza. Ormai l’idea del trasporto organizzato in maniera personale, con i genitori che possono pronti a fare i turni, è diventata oggetto di discussione fra gli adulti».
LE MICRO CAR
Una conferma arriva anche da don Giuseppe Bratti, Dirigente Scolastico del liceo classico-scientifico Lollino: «Anche fra i nostri alunni ci sono persone che giungono dalla periferia della provincia, dallo stesso Cadore, per esempio, o da Tambre. E la possibilità di un trasporto scolastico organizzato in proprio dalle famiglie è giunta anche a me». E sempre dal Cadore vi è la notizia anche di un’altra pratica, non nuova, ma che potrebbe prendere ancora più piede: l’utilizzo da parte degli studenti di mini-auto per le quali è sufficiente il patentino da ciclomotore e che possono essere guidate con età minima di 14 anni. Ma in questo caso si tratta di un mezzo utile per le piccole percorrenze. La controindicazione? Se questa idea si afferma, il traffico di ingresso e di uscita dai centri sedi di scuole potrebbe incontrare più di un problema. Infine non è escluso che molti studenti che in città frequentano scuola non del centro – cioè Liceo Scientifico Galilei, Licei Renier e Calvi – una volta giunti in stazione decidano di non servirsi delle navette per arrivare a scuola, ma di spostarsi a piedi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino