Veggiano. Un virus uccide Beatrice a 5 anni. L'esperta: «È un evento raro per una bimba sana di quell'età»

Veggiano. Un virus uccide Beatrice a 5 anni. L'esperta: «È un evento raro per una bimba sana di quell'età»
PADOVA - Più che raro è un evento rarissimo. Perché che un bambino sano, e non in tenerissima età, muoia in poche ore stroncato da un’infezione,...

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PADOVA - Più che raro è un evento rarissimo. Perché che un bambino sano, e non in tenerissima età, muoia in poche ore stroncato da un’infezione, nella casistica della Pediatria padovana ha pochi precedenti. E che risalgono al periodo in cui non erano disponibili i vaccini, come quelli per meningococco, o pneumococco.


Il drammatico caso di Beatrice Angela Gobbo, la piccola di 5 anni deceduta in Pediatria a Padova dove era ricoverata da 3 giorni con la febbre alta provocata da più virus che l’hanno aggredita provocandole anche un’emorragia cerebrale, ha lasciato sgomenti pure i sanitari. È stata disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso (e accertare il numero di virus, secondo indiscrezioni 4), di una bellissima bimba che fino a pochi giorni fa stava bene, come hanno confermato i genitori Francesca e Giovanni.


L’ESPERTA
La professoressa Liviana Da Dalt, che fino a settembre ha diretto il Dipartimento di Salute della mamma e del bambino di Padova (l’unico del Veneto), e che oggi è presidente della Salus Pueri, Fondazione che affianca la Pediatria patavina nella progettualità, ha un’esperienza di decenni in ambito pediatrico. «Non conosco il caso di Beatrice Angela - spiega - se non che si tratta di un decesso in tempi rapidi per una causa ragionevolmente infettiva, dato la febbre all’esordio era dominante. Ma può succedere questo? La risposta è che si tratta di un evento raro, in quanto siamo di fronte a un soggetto sano, in una fascia di età non più fragile e suscettibile a riportare conseguenze gravi dopo un contagio, con il sistema immunitario aveva raggiunto un’adeguata maturità».
Cosa può essere successo? «Una morte fulminante è più frequente nei bimbi molto piccoli, appunto con il sistema immunologico compromesso, o con malattie primitive o secondarie, ma è insolita a questa età. Avviene perché l’equilibrio tra l’aggressività dell’agente infettante e la risposta immunitaria si rompe e si verificano le sepsi, una volta definite setticemie, sia batteriche che virali, tipiche di questo periodo».
E quali sono le conseguenze? «Che la risposta immunitaria del bambino può creare un’infiammazione sistemica, che interessa tutti gli organi e che può portare, con un meccanismo veramente invasivo e travolgente, a un’insufficienza multiorgano, con un danno infiammatorio generalizzato, che pregiudica la funzione di fegato, cuore, reni e sangue, in quest’ultimo caso compromettendo la componente coagulativa. Ciò che porta alla morte è l’entità del danno stesso e dove si verifica, perché se interessa le cellule del sistema nervoso centrale non è vicariabile con terapie di supporto. Se il cuore non funziona, infatti, si ricorre all’Ecmo (ossigenazione extracorporea tramite un macchinario, ndr.), se il rene non va alla dialisi, ma di fronte a un’emorragia cerebrale intracranica nulla si può fare».


«Antibiotici e antivirali speso non sono sufficienti - conclude Liviana Da Dalt - perché quello che rende la situazione irreversibile è l’anomala risposta infiammatoria del piccolo paziente».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino