Coronavirus Veneto. Oggi la Regione perfezionerà il nuovo Piano di sanità pubblica per l'autunno-inverno, in vista della possibile (per quanto scongiurata) nuova...
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LA NUOVA SEDE
In questi sei mesi l'azienda Plurima ha gestito a Veggiano la base logistica delle merci destinate alle varie Ulss. «Un luogo fisico di adeguate dimensioni lo definisce una delibera del direttore generale Patrizia Simionato in grado di accogliere e stoccare, per una durata non valutabile a priori, la grande quantità di materiale proveniente da acquisizioni della Uoc Crav (la centrale acquisti della Regione, ndr.), dalla Protezione Civile e dalle donazioni di soggetti pubblici e privati». Ma quel capannone di 6.000 metri quadrati non basta più, ora che è emersa «la necessità di procedere alla costituzione di scorte, per la durata di un semestre, di dispositivi medici, dispositivi di protezione individuale e altri prodotti finalizzati a fronteggiare una possibile recrudescenza dell'emergenza Covid nel periodo autunnale». Così è stata messa a disposizione un'altra area, ampia 16.800 metri quadrati, questa volta a Monselice. La sede più piccola continuerà a garantire l'approvvigionamento di beni per soddisfare i bisogni giornalieri, mentre quella più grande assicurerà «l'accumulo degli approvvigionamenti di beni e apparecchiature sanitarie quale scorta», tanto che è stata «calcolata in funzione di un impiego e autonomia di 6 mesi».
L'ESBORSO E L'URGENZA
Per tutto questo è stato previsto un esborso di 2.561.143,86 euro, cifra che «non trova copertura nel budget dell'anno in corso», ma che le casse regionali anticipano in attesa di vedersi rifondere le spese sostenute. Un simile sforzo servirà, non servirà? «Se dovesse finire tutto a spritz e olive ne saremmo tutti felici va ripetendo da giorni Zaia ma intanto noi dobbiamo essere pronti per lo scenario peggiore». E questa attività preparatoria avviene secondo «i presupposti d'urgenza» e «con deroghe alle disposizioni», come si può leggere nei vari provvedimenti assunti, «allo scopo di semplificare ed accelerare la procedura», data «l'urgenza di provvedere per garantire la continuità nell'erogazione dei servizi pubblici essenziali», in modo da tutelare «la salute dei cittadini, approssimandosi il periodo autunnale, in considerazione della possibile evoluzione in peius (in peggio, ndr.) dello stato di emergenza sanitaria».
LA TEMPERATURA
Su questa base Azienda Zero ha gestito anche un altro ingente acquisto: quello di 80 termoscanner per tutti gli ospedali del Veneto. È stato infatti chiesto alle direzioni generali delle aziende sanitarie e ospedaliere e dello Iov di comunicare «i propri fabbisogni per la gestione degli accessi di pazienti e visitatori alle strutture sanitarie per aree ad alta frequentazione»: luoghi in cui non è pensabile di continuare a misurare manualmente la temperatura alle migliaia di persone che li frequentano tutti i giorni. D'ora in avanti, perciò, il controllo sarà effettuato attraverso «sistemi di controllo accessi ad alta precisione per lo screening della temperatura corporea», dotati anche di videocamere termografiche. La commessa è stata aggiudicata alla ditta Sintesi di Camposampiero, con una spesa di 460.323,20 euro. Azienda Zero procederà all'esecuzione immediata del contratto, «considerata l'urgenza della fornitura», mirata «a contenere la situazione di pericolo per l'igiene e la salute pubblica connesso all'emergenza sanitaria da Covid-19 in atto, quale evento dell'evoluzione epidemiologica imprevedibile». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino