«Ti sfregio, str...»: anni di violenze sulla moglie: arrestato marito stalker

«Ti sfregio, str...»: anni di violenze sulla moglie: arrestato marito stalker
Pericoloso, ossessivamente geloso, senza inibizioni o remore, indifferente a qualsiasi sanzione, privo di autocontrollo, noncurante dei ripetuti interventi dissuasivi della forza...

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Pericoloso, ossessivamente geloso, senza inibizioni o remore, indifferente a qualsiasi sanzione, privo di autocontrollo, noncurante dei ripetuti interventi dissuasivi della forza pubblica, aggressivo, sistematico negli atti vessatori, violento.




Così il gip di Pordenone, Alberto Rossi, delinea il profilo del 35enne caporal maggiore dell’Esercito originario di Napoli, ma residente a Portogruaro, nelle pagine dell’ordinanza con cui motiva e dispone la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e minacce e il divieto di contattare o avvicinarsi alla moglie.



Quest’ultima nel mirino del militare, perché "colpevole" di aver chiesto la separazione dopo dieci anni di sopraffazioni, umiliazioni psicologiche e fisiche, liti, pedinamenti, scenate - anche di fronte alla loro bambina - che ha cominciato a denunciare solo dallo scorso autunno. Costretta più volte a scappare di casa per sottrarsi a prepotenze e sevizie fino a cambiare definitivamente domicilio. Ora il provvedimento del giudice che giunge sulla scia, in particolare, della gravità dei due episodi avvenuti il 17 e il 20 aprile scorsi, quando l’uomo afferra un piede di porco e lo agita contro la moglie e il datore di lavoro accanendosi quindi sull’auto da cui i due erano appena sceso, attendendola quindi all’esterno della scuola della figlia strattonandola e intimidendola, fino ad appostarsi nel piazzale dell’Interspar di Concordia e guidando contro mano va a cozzare ripetutamente a bassa velocità contro la macchina su cui c’è la moglie ancora col datore di lavoro, brandendo un tondino di ferro fino all’arrivo dei carabinieri che in tasca gli trovano un coltello serramanico.



«Hai capito stronza che non devi andartene da me... non ti lascerò in pace... finiscila perché a te ti sfregio e a lui lo ammazzo». È una delle tanti farsi urlate davanti a testimoni o ripetute al telefono o di persona alla madre, alla sorella, al fratello della moglie. E anche all’amica che l’ha ospitata tutte le volte che con la figlioletta fuggiva dall’abitazione in cui il marito pretendeva di segregarla a forza.



Da quanto emerso, il 35enne è stato sospeso dal servizio: in forza al 5. Reggimento Superga, risulta condannato per disobbedienza militare commessa nell’aprile 2014 con sospensione condizionale della pena. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino