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L'obiettivo, come spiega Vedova, «è arrivare a un codice di condotta condiviso anche nel settore privato e far capire ai lavoratori che non ci saranno ripercussioni in caso di denuncia». Perché il problema - secondo la garante nazionale Lega Cooperative, Laura Baldo - è proprio la paura di perdere il posto. «Le nostre cooperative si occupano principalmente di pulizie e impiegano quasi esclusivamente donne - afferma Baldo - Spesso pensano di dover compiacere un dirigente o la persona per cui si lavora e temono di mettere a rischio il proprio posto di lavoro. E da una posizione subalterna non scatta mai una denuncia». Altro obiettivo è una campagna virale di 52 messaggi settimanali lanciati da Filt Veneto tramite Facebook e Twitter. Il primo è stato pubblicato ieri: «No a comportamenti indesiderati che creano imbarazzo i disagio. Sì a lavorare nel rispetto reciproco». E di «protocollo condiviso» ha parlato anche l'ordine degli psicologi del Veneto che per la sua nuova campagna contro la violenza sulle donne sceglie di nuovo il web. Attraverso l'hashtag #amoremalato invita quindi i cittadini, ma soprattutto Asl e Comuni, ad affidarsi a specialisti per affrontare casi di violenza. «In Veneto il 34,3% delle donne dichiara di aver subito, almeno una volta nella vita, un episodio di violenza - spiega il presidente dell'ordine, Alessandro De Carlo - E ci sono casi in cui non basta il supporto del prete o di una persona amica. Perché non si tratta solo di curare le ferite ma anche di andare alle cause».
In tutto il Nordest ieri si sono succedute le manifestazione a sostegno delle donne, come il flash mob a Pordenone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino