ALTA PADOVANA - L'accusa è terribile: per cinque lunghi anni, dal 2009 al 2014, avrebbe abusato della sorellina di appena 13 anni. Un film dell'orrore non...
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I FATTI
Le attenzioni verso la sorella, secondo l'accusa, sono iniziate nel 2009 quando lui aveva 22 anni e la sorella tredici. Tutte le volte che i genitori uscivano di casa per andare a lavorare, lui trovava una scusa per avvicinare la sorellina. Il suo interesse morboso all'inizio si manifestava con una serie di attenzioni, come dei regalini. Poi la sua ossessione sessuale nei confronti della sorella è degenerata. Dai bacini è passato a toccarla nelle parti intime. Poi con il passare dei mesi si è spinto oltre, costringendola ad avere dei rapporti orali. Ma l'orco non si è fermato, anzi è diventato ancora più brutale. Un giorno, sempre con l'assenza di mamma e papà, ha preso con la forza la sorellina e l'ha violentata. Per l'accusa le ha fatto perdere la verginità ad appena tredici anni. L'incubo è durato per cinque anni, fino al 2014. Poi l'anno dopo la sorella ha avuto il coraggio di denunciarlo.
LE INDAGINI
Nel 2015, compiuti i 18 anni e andata via di casa, la sorella ha avuto il coraggio, accompagnata dall'avvocato Guglielmin, di andare a denunciare suo fratello ai carabinieri. Il racconto ai militari della presunta vittima è stato dettagliato e ricco di particolari, per cui è stata creduta. Terribile quando ha ricordato lo stupro: «Mi sono accorta di quanto mi era accaduto perchè dopo il rapporto perdevo sangue». E ancora: «Mi diceva è un gioco, poi mio fratello mi violentava». Quel terribile giorno, a soli tredici anni, la ragazzina ha perso la sua verginità violentata dal fratello. La ragazza, oggi di 22 anni, in quei cinque anni di inferno non se l'è mai sentita di parlare di quanto le stava accadendo con mamma e papà. I genitori infatti, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, non si sarebbero accorti di nulla. Insomma una famiglia normale di cittadini italiani e lavoratori. «Brave persone» sono state definite da chi indaga, che non hanno grilli per la testa. L'imputato, il fratello orco, non mai raccontato nulla né agli investigatori e né ai giudici. Un giorno però a un amico ha detto: «Non mi ricordo nulla, forse ci ho provato una volta sola». Un po' poco, considerando che la sorella ancora oggi è costretta alle sedute dallo psicologo e ha sofferto di importanti crisi di ansia.
Marco Aldighieri Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino