Abusata dal compagno di mamma: «Pensavo a un gioco, poi ho capito»

Abusata dal compagno di mamma: «Pensavo a un gioco, poi ho capito»
BORGO VALBELLUNA «Pensavo a un gioco, poi ho capito». Ha parlato di fronte al giudice, con l'assistenza della psicologa, ieri la ragazzina che sarebbe stata...

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BORGO VALBELLUNA «Pensavo a un gioco, poi ho capito». Ha parlato di fronte al giudice, con l'assistenza della psicologa, ieri la ragazzina che sarebbe stata abusata dal compagno della mamma in una casa della Valbelluna e che nei giorni scorsi minacciò il suicidio. Ha parlato in audizione protetta con la formula dell'incidente probatorio, per cristallizzare le prove. La bambina, oggi ragazzina, con l'assistenza psicologica necessaria, ha ripercorso quel terribile periodo nell'apposita saletta della Procura. Un'aula con il vetro-specchio che divide l'area in cui stanno i legali e la polizia giudiziaria. Ha raccontando i tremendi abusi subiti quando aveva solo 10 anni. Si tratterebbe di 3-4 episodi avvenuti nelle mura della casa del compagno di sua mamma, al quale era affidata negli orari di pranzo, dopo la scuola. L'uomo (oggi ex compagno della madre) è indagato per atti sessuali con una minorenne, un reato che prevede dai 5 ai 10 anni di reclusione.

 
Una prima audizione protetta della ragazzina ci fu nei mesi scorsi: ma ieri è stata sentita con incidente probatorio per cristallizzare la sua deposizione.


L'INCHIESTA L'inchiesta (che è ancora in fase di indagine), coordinata dal sostituto procuratore Simone Marcon, con le indagini del Nucleo Investigativo provinciale dei carabinieri, era stata aperta nell'autunno 2018. Fu allora, dopo 4 anni, che la minorenne trovò il coraggio di raccontare quello che avrebbe subìto quando era in quinta elementare. Si confidò con la mamma, che poi si rivolse a una psicologa, che fece subito la segnalazione in Procura. L'UDIENZA Ieri pomeriggio in Tribunale l'indagato, un 59enne bellunese, è arrivato con il suo avvocato, Monica Barzon, per l'incidente probatorio. Il gip Elisabetta Scolozzi ha conferito incarico a un perito chiamato a valutare la capacità di testimoniare della minore, la cosiddetta credibilità clinica. Anche Procura e difesa hanno i loro consulenti, altri due psicologi di parte che lavoreranno sul caso. Dopo il conferimento dell'incarico è iniziata l'audizione della ragazzina, nella saletta in Procura. La minorenne, che è ancora ricoverata in ospedale dopo aver espresso la volontà di farla finita, ha ripercorso con fatica i fatti denunciati. Ha spiegato che all'epoca, aveva 10 anni compiuti, pensava si trattasse di un gioco, ma che crescendo ha capito che non era normale quello che aveva subìto. Ha spiegato che ci sono stati solo tre o 4 episodi, concentrati in due settimane, in un periodo dell'anno in cui faceva caldo. Si sarebbe trattato di atti sessuali tipo strusciamenti che l'uomo avrebbe messo in atto, dopo il pasto, dopo averla invitata a «giocare». Olivia Bonetti
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Il Gazzettino