Seminara. Violenze sessuali di gruppo su ragazze minorenne e filmati degli abusi diffusi online: due del branco arrestati a Preganziol

Seminara. Violenze sessuali di gruppo su ragazze minorenne e filmati degli abusi diffusi online: due del branco arrestati a Preganziol
PREGANZIOL (TREVISO) - Hanno violentato ripetutamente delle ragazze minorenni e poi, hanno diffuso i filmati degli abusi online: quattro giovani arrestati. Tra di loro anche due...

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PREGANZIOL (TREVISO) - Hanno violentato ripetutamente delle ragazze minorenni e poi, hanno diffuso i filmati degli abusi online: quattro giovani arrestati. Tra di loro anche due operai 20enni della provincia di Reggio Calabria intercettati e bloccati a Preganziol dove si trovavano per motivi di lavoro


IL BLITZ
L’operazione è scattata la scorsa notte, tra martedì e mercoledì, nella zona della strada Terraglio. I due erano a bordo di un’auto quando sono stati fermati dalla polizia che era scesa in strada con varie pattuglie nel tentativo di fermarli. Una volta bloccati, i giovani sono stati portati in caserma, interrogati e poi condotti nel carcere di Santa Bona dove si trovano tutt’ora. L’accusa è di violenza sessuale di gruppo su minorenni e di diffusione di video pedo pornografici online. I due operai 20enni residenti non lontano da Gioia Tauro, si trovavano nel trevigiano per lavorare ad un cantiere di Treviso quando sono stati fermati ed arrestati.


LA VIOLENZA 
Gli abusi sono stati commesse a partire dall’estate del 2022 a Seminara, in provincia di Reggio Calabria, una cittadina della Piana di Gioia Tauro. Ad essere prese di mira sono state delle ragazze minorenni, in particolare due, che sono state violentate da un branco composto da diversi giovani, tutti originari della zona di Reggio Calabria. Oltre ai due operai arrestati a Preganziol, il blitz condotto dalla polizia di stato di Palmi (Reggio Calabria) unitamente alle squadre mobili di Treviso, Varese e Monza Brianza e altri commissariati distaccati, ha portato all’arresto di altri giovani tra Varese e Monza Brianza. Tre di loro sono parenti di vari esponenti delle cosche della ‘ndrangheta mentre il quarto è legato ad un amministratore locale. A questi si aggiungono altri sedici giovani ai quali la polizia ha sequestrato i pc, i cellulari ed altri dispositivi elettronici. Alcuni degli indagati erano tenuti sotto intercettazione telefonica ed ambientale per la verifica di altri reati. Grazie a queste, la polizia è riuscita a risalire agli stupri di gruppo.


LE VITTIME


Le indagini però, non si fermano qui. La polizia è infatti al lavoro anche per verificare se, oltre alle due vittime già identificate, ce ne siano altre. La misura cautelare era stata emessa lo scorso 31 ottobre dal gip nel tribunale di Palmi su richiesta della procura diretta da Emanuele Crescenti. «È stata un’indagine che abbiamo condotto con dolore perché riguarda condotte che sono obiettivamente raccapriccianti - ha sottolineato il procuratore Crescenti - Le violenze del branco, a causa dei legami familiari degli indagati, hanno le stimmate della criminalità organizzata. Lavoreremo inoltre per verificare se, oltre alle due che abbiamo individuato, ci altre vittime di violenze. Stiamo verificando anche l’ipotesi che gli indagati fossero alla ricerca di altre vittime». 

 

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Il Gazzettino