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MOGLIANO - È accusato di aver violentato due domestiche straniere nella sua sontuosa villa di Mogliano. Il 26 gennaio prossimo l'ex petroliere Giancarlo Miotto, 80enne considerato uno dei potenti del Veneto, comparirà di fronte al gup del tribunale di Treviso per l'udienza preliminare in cui il giudice deciderà se rinviarlo a giudizio, come chiede il pm Barbara Sabattini, titolare del fascicolo, oppure no. Pesantissima l'accusa a suo carico: violenza sessuale aggravata. In caso di processo le due presunte vittime non si costituiranno come parte civile visto che nei mesi scorsi hanno già ricevuto circa 75mila euro a titolo di risarcimento. L'indagine ha preso avvio dalla denuncia delle due colf di 36 e 41 anni, una di origine filippina, l'altra dello Sri Lanka. Entrambe lo hanno accusato di averle palpeggiate e costrette a rapporti sessuali nelle stanze della sontuosa villa sul Terraglio dove Miotto vive con la moglie e la figlioletta di 7 anni. Accuse che la Procura ha ritenuto fondate, anche sulla base dei video forniti dalle vittime. «Non c'è stata nessuna violenza: erano rapporti consensuali, che sono avvenuti in casa, dove nelle stanze accanto c'era altro personale di servizio. Nessuna coercizione fisica o morale». È questa la versione che Miotto, assistito dagli avvocati Enrico Ambrosetti ed Enrico Tonolo ha fornito al gip fin dal primo interrogatorio.
L'INCUBO
Gli abusi sarebbero avvenuti nell'arco di sei mesi: da luglio del 2020 a gennaio del 2021.
LA DIFESA
«Penso che queste due donne si siano messe d'accordo tra loro e con i sindacati. Mia moglie sapeva, ci siamo visti anche all'Hotel Bologna (di Mestre, ndr). Chiarirò tutto nelle sede opportune» - aveva spiegato Miotto, vittima lo scorso ottobre di una rapina a mano armata nella sua villa, fruttata un milione al commando di malviventi.
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Il Gazzettino