Violenza sessuale su un bambino nel bagno del centro commerciale: 36enne condannato a 2 anni e mezzo

L'uomo fu bloccato dal personale di sorveglianza e subito dopo dalla Polizia
ROVIGO - Ha seguito un bambino in bagno, bloccando la porta dell’antibagno e avvicinandosi a lui. Poi, con gesto repentino, gli ha abbassato i pantaloni e le mutande. Questa...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROVIGO - Ha seguito un bambino in bagno, bloccando la porta dell’antibagno e avvicinandosi a lui. Poi, con gesto repentino, gli ha abbassato i pantaloni e le mutande. Questa l’accusa con la quale un 36enne di Rovigo è stato condannato a 2 anni e 6 mesi con rito abbreviato, che comporta uno sconto di un terzo della pena, dal giudice per le udienze preliminari Nicoletta Stefanutti. Il fatto risale alla sera del 31 dicembre scorso e teatro è stato uno dei bagni del centro commerciale La Fattoria. Erano quasi le 19, orario di chiusura e di lì a poco si sarebbe festeggiato il capodanno. Il bambino, di 9 anni, era insieme ai suoi genitori. Prima di risalire in macchina, però, era dovuto andare in bagno, con i genitori che erano rimasti ad aspettarlo nel corridoio.


LA DISPERAZIONE

Pochi istanti dopo, però, l’hanno sentito gridare chiedendo aiuto con voce strozzata e sono accorsi, mentre il 36enne ha cercato di sgattaiolare via ma è stato fermato prima che si potesse allontanare. E una volta capito quale fosse l’accusa che il figlio lanciava all’uomo, di avergli abbassato pantaloni e mutande, il padre si è scagliato contro di lui. Solo la presenza degli uomini della vigilanza, che erano tempestivamente accorsi, ha impedito che la situazione degenerasse. Sul posto è poi intervenuta la Polizia, con due pattuglie della Squadra volanti e gli agenti, una volta raccolti tutti gli elementi, hanno fatto poi scattare l’arresto in flagranza del 36enne per l’ipotesi di reato di violenza sessuale nella sua forma lieve ma con la pesantissima aggravante di essere stata commessa ai danni di un minore di 12 anni. A ricostruire quanto fosse accaduto sono stati di estremo aiuto anche i filmati ripresi dalle telecamere del circuito di sicurezza interno del centro commerciale. Che ovviamente non riprendono dentro i bagni ma arrivano fino alle porte. In fase di convalida, tuttavia, non era stato ritenuto che l’arresto avesse avuto tutti i requisiti necessari e non era stato quindi convalidato dal giudice. Vista la delicatezza del caso e gli indizi raccolti dagli inquirenti, tuttavia, il pubblico ministero Maria Giulia Rizzo che ha coordinato le indagini aveva chiesto ed ottenuto dal giudice la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico. Successivamente la misura è stata poi alleggerita nell’obbligo di presentazione all’autorità giudiziaria. L’accusa non contestava palpeggiamenti nelle parti intime, anche se nella propria ricostruzione questo non sarebbe avvenuto perché il bambino avrebbe gridato immediatamente, così da interrompere l’azione dell’uomo.

SCONTO DI PENA


La Procura ha poi formulato la richiesta di rinvio a giudizio, ma la difesa del 36enne, affidata all’avvocato Federico Laurenti ha chiesto il giudizio abbreviato. Che si è, appunto, celebrato ieri, portando alla condanna a 30 mesi complessivi, già compreso lo sconto di un terzo per il rito scelto, nei confronti dell’uomo, che ha ammesso di aver abbassato i pantaloni al bambino ma ha negato di aver avuto pulsioni sessuali, ed ha detto di non aver mai avuto intenzione d toccarlo, cosa che vista la sproporzione di forza non avrebbe avuto difficoltà a fare. La pena è stata contenuta anche perché state riconosciute le attenuanti prevalenti sulle aggravanti contestate. La difesa sta valutando se fare appello. La vittima, attraverso i suoi genitori, è stata assistita dall’avvocato Cecilia Tessarin.
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino