Figlio di un facoltoso medico violenta la sua dipendente 22enne, scovato a Parigi dopo 10 anni

Juan Testa
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PADOVA - Piccolo imprenditore e figlio di un facoltoso medico della provincia di Padova dieci anni fa aveva sequestrato e violentato la sua dipendente 22enne. Quel giorno la giovane vittima chiamò la polizia e denunciò quanto successo.  Juan Testa alla fine venne condannato a scontare una pena di sei anni e due mesi. Ma lui sparì dalla circolazione e finì nella lista dei pericolosi latitanti. Ieri, dopo un'articolata indagine, sono riusciti ad arrestatrlo a Parigi. Ad incastrare l'uomo il denaro inviatogli dalla famiglia durante la sua latitanza.


Alla fine le autorità di polizia francesi dell'Aeroporto Charles de Gaulle di Parigi, hanno eseguito il mandato di arresto europeo (Mae) finalizzato all'estradizione del latitante Juan Testa, condannato a 6 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali. La cattura è avvenuta nell'ambito del progetto «Wanted 3», promosso dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e finalizzato alla cattura dei latitanti ritenuti maggiormente meritevoli di interesse investigativo, all'esito di una complessa attività di indagine effettuata con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Interpol). Testa, imprenditore di una società di vendita al dettaglio a Padova, aveva perpetrato i reati nei confronti di una sua dipendente. Ricercato dal 2010 dopo essere evaso dagli arresti domiciliari, era inserito nella lista dei latitanti più pericolosi.
COMPLESSE INDAGINI

L'arresto è il frutto di una mirata attività investigativa avviata dal Servizio Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile di Padova, con la collaborazione del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha consentito di rintracciare il ricercato a Taiwan. Sono stati infatti tracciati i movimenti dei flussi monetari, a favore del latitante, consistenti in rilevanti importi di denaro prevalentemente inviati a Taiwan dai genitori per il suo sostentamento. Le investigazioni hanno permesso di constatare che il latitante, prima di rifugiarsi a Taiwan, aveva vissuto a Bishkek, capitale del Kirghizistan. Gli investigatori italiani hanno individuato l'attività commerciale che l'uomo aveva aperto a Taoyuan, riguardante l'organizzazione di eventi musicali e il noleggio di attrezzatura professionale per concerti e party privati. Dopo i contatti intercorsi con la Polizia di Stato, le autorità di Taiwan hanno espulso Testa che, nel frattempo, era stato sottoposto in quel paese ad un procedimento penale per reati commessi lì.



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Il Gazzettino