Violenza sulla "matricola" di rugby, la Monti paga per il ritiro della querela dalla famiglia

RITO DI INIZIAZIONE D'ALTRI TEMPI La prova per la matricola è finita in tribunale
ROVIGO L’accusa si ferma e chiude il gioco: ora la palla è nelle mani del giudice per le indagini preliminari Raffaele Belvederi, che si è riservato la...

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ROVIGO L’accusa si ferma e chiude il gioco: ora la palla è nelle mani del giudice per le indagini preliminari Raffaele Belvederi, che si è riservato la decisione, ma il finale sembra essere già scritto. Il pm Andrea Bigiarini ha infatti chiesto l’archiviazione per tutti e nove gli indagati nell’ambito della vicenda che molto aveva fatto parlare, di una “matricola”, rito d’iniziazione riservato ai nuovi arrivati nelle squadre di rugby, dal taglio dei capelli alle sberle, con radici antiche ma ormai sempre più anacronistico e, soprattutto, sempre meno accettato dai diretti interessati e dalle rispettive famiglie, che aveva visto un 16enne della Monti Rovigo, aggregato all’Under 18, ricevere forti pacche su schiena e fondoschiena dai compagni di squadra che gli avevano provocato lesioni giudicate guaribili con una prognosi iniziale di 10 giorni.


NOVE INDAGATI
Il “bottone”, come è chiamata questa sorta di messinscena in cui due compagni simulano un quiz televisivo, utilizzando la schiena del nuovo arrivato come pulsantiera da schiacciare prima di dare la risposta, aveva portato la madre del ragazzo a presentarsi dai carabinieri per denunciare l’accaduto. Il fatto risale al 7 ottobre 2018, al ritorno da una trasferta a Treviso dell’Under 18 allenata dall’ex All Blacks Joe McDonnell. Proprio McDonnel, insieme ad altri cinque membri dello staff societario, erano stati indagati per non aver impedito la commissione del reato di lesioni personali del quale erano invece accusati quattro ragazzi, anche se la posizione di uno di questi è stata inviata alla Procura per i minori perché non ancora 18enne. Il tutto era avvenuto sul pullman alla presenza di tutta la squadra, staff compreso, ed era per questo che anche i “grandi” presenti, che avevano il compito di vigilare, erano stati indagati. L’avviso di conclusione indagini risale all’estate 2019, quando l’episodio era venuto alla luce. La madre del giovane che aveva subito la matricola ha ritirato la querela e la società ha provveduto al pagamento di un risarcimento di 1.500 euro.

 

La storia sembra dunque chiudersi qua. Ma la madre del giovane rugbista, che aveva poi cambiato squadra, ha comunque ottenuto il risultato desiderato, ovvero di accendere i riflettori su una pratica oggi considerata fuori luogo. Già un anno fa il presidente del Comitato Rugby Veneto Marzio Innocenti, infatti, aveva trasmesso un dossier alla Procura della Federazione italiana rugby sulla vicenda, commentando: «Quando sono diventato capitano della nazionale ho chiesto di togliere la consuetudine della rasatura dei capelli per tutti gli esordienti, sostituendola con un giro di birre pagato alla squadra». Era intervenuto anche il presidente federale il presidente della Fir Alfredo Gavazzi «La matricola era in uso anche ai miei tempi – aveva sottolineato – Però si trattava di 50 anni fa».
 

 

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Il Gazzettino