Violenta in casa la compagna per due ore, condannato a otto anni di reclusione

VIOLENZA SESSUALE - Un ladro albanese per due ore ha stuprato la sua compagna
ALTA PADOVANA - Lo aveva conosciuto al tempo della scuola superiore. Dal primo incontro si era innamorata e pensava fosse l’uomo della sua vita. Ma la realtà è...

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ALTA PADOVANA - Lo aveva conosciuto al tempo della scuola superiore. Dal primo incontro si era innamorata e pensava fosse l’uomo della sua vita. Ma la realtà è stata ben diversa. Lui, l’albanese Arsinel Prendi di 29 anni, il 27 di maggio dell’anno scorso, la sua giovane compagna l’ha violentata in casa per due interminabili ore. 


Il Tribunale collegiale, ieri mattina, ha condannato lo straniero a otto anni di reclusione. Il pubblico ministero Benedetto Roberti ne aveva chiesti dieci. L’albanese dovrà anche risarcire la vittima, difesa dall’avvocata Silvia Pascarella, con 30 mila euro. In aula la cuoca trevigiana di 27 anni ha raccontato ai giudici di quella relazione sentimentale malata, fatta di minacce e botte. 
Fino a quel giorno di maggio quando «...Mi ha afferrato per il collo credevo di morire sono viva per miracolo. Mi ha colpito con schiaffi e pugni e mi ha costretto con la forza ad avere rapporti sessuali...». Insomma, un incubo. E l’imputato, che prima aveva solo l’intenzione di lasciare spontanee dichiarazioni, ha poi deciso di farsi interrogare. Pressato dalle domandi incalzanti del magistrato ha ammesso «...Si l’ho pestata...», ma ha negato lo stupro «...Stavo facendo l’amore lei era consenziente..». I giudici però l’hanno pensata diversamente.
 

L’INCONTRO
Era il lontano maggio del 2014 quando, a soli 17 anni la scuola alberghiera le ha proposto di partecipare a uno stage formativo in un albergo di un comune sul lago di Garda. Ed è in quella occasione che la vittima ha conosciuto Prendi, impiegato nello staff dell’hotel. Tra i due è sbocciato l’amore, ma quasi un anno dopo, a giugno del 2015, la ragazza ha deciso di interrompere la relazione perchè non le piaceva intrattenere un rapporto a distanza. Poi, all’improvviso, l’albanese era anche sparito. Lei ne aveva perso le tracce. Prendi, infatti, era stato espulso dall’Italia perchè irregolare sul suolo nazionale e perchè si era macchiato di una serie di reati. Fino al settembre del 2022, quando lo straniero l’ha contattata attraverso i social. 
Prendi, illegalmente, a dicembre dello stesso anno era riuscito a rientrare in Italia. All’aeroporto di Fiumicino è stato fermato dalla polizia, ma una volta nei loro uffici è riuscito a scappare e a nascondersi a casa di uno zio a Roma. Poi, il gennaio dell’anno scorso, ha raggiunto la giovane cuoca nel trevigiano. I due hanno passato una notte insieme e ricordando i bei tempi passati, hanno deciso di riallacciare la loro relazione sentimentale.
 

L’INFERNO
Prendi e la giovane compagna sono andati anche a vivere assieme nell’appartamento di lei in un comune dell’Alta Padovana. Ma ben presto sono iniziati i problemi. Durante una gita fuori porta l’albanese ha afferrato la cuoca per il collo urlandole «...Guardami sono io stai vedendo tutto nero...». La situazione con il passare dei giorni è diventata sempre più tesa. La ragazza veniva minacciata e pestata. Stava soffrendo, era molto dimagrita. E poi lui, ladro di professione, tanto da essere stato accusato di una serie di furti in abitazione commessi nell’Alta padovana mentre frequentava la 27enne, le chiedeva sempre soldi. Fino ad arrivare al 27 maggio. Prendi, in casa, l’ha afferrata per il collo, l’ha colpita con schiaffi e pugni, le ha bloccato le braccia, strappato la maglietta, tirata per i capelli e costretta per due ore a subire abusi sessuali gridando «...Stasera uno di noi deve morire...». 


La ragazza è riuscita a scappare solo quando lui si è addormentato. Si è diretta, disperata, dai genitori. Poi si è recata al pronto soccorso e dopo alla stazione dei carabinieri. L’albanese, per quella montagna di furti, deve essere ancora processato. Ha precedenti anche per tentata rapina e per due tentate evasioni. Quando è finito davanti al Gup per l’interrogatorio di garanzia e nell’ottobre sempre del 2023 quando è salito sul tetto della casa circondariale Due Palazzi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino