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Dopo l’Irlanda è la volta del Canada. Già, perché anche quello Stato, ha chiesto che le bottiglie di vino che arrivano dall’Italia siano “marchiate” con una etichetta che fa venire i brividi solo a vederla: “il vino porta il cancro al colon e al seno”. Un danno per tutta la produzione nazionale già sotto attacco con la richiesta Irlandese, ma che questa volta fa ancora più male al Friuli Venezia Giulia perché l’export del vino verso il Canada è il terzo nella classifica dei paesi. Il primo, infatti, sono gli Stati Uniti, poi la Germania, terzo, appunto, il Canada e quarta, poco distante la Gran Bretagna.
I NUMERI
Entrando nel dettaglio il mercato dell’export friulano si è assestato nel 2021, anno in cui i dati sono completi a 142 milioni di euro. Una fetta non da poco del Pil regionale. Non è tutto. Già, perché il 2022 prevede una ulteriore impennata. Insomma, un boom come non si era mai visto se non negli anni d’oro».
L’ALLARME
«Ma quello che preoccupa ulteriormente - spiega Franco Clementin, presidente di Cia Fvg - è che la questione “salute versus consumo di vino” si sta globalizzando e ha portato a una nuova decisione restrittiva della Sanità canadese che, nei giorni scorsi, ha emanato nuove linee guida in merito.
LA SITUAZIONE
Il 2021 è stato un anno ottimo per il vino del Friuli Venezia Giulia. Tra gennaio e dicembre il “vigneto Friuli” ha venduto all’estero bianchi, rossi e spumanti per un controvalore di 141 milioni di euro, più 21,5% rispetto al 2020. La regione Fvg è tra quelle che sono andate meglio. In termini di processi produttivi, il 66% delle aziende producono uva e la trasformano in vino, il 26% delle aziende solamente produce uva e il 14% svolge solamente il processo di trasformazione. Sul territorio ci sono migliaia di aziende, più della metà a conduzione familiare e vive di quello che produce ed esporta. Il numero delle persone che direttamente o indirettamente vive con il “vigneto Friuli” è pari a circa 8 mila.
LA PRODUZIONE
Secondo uno studio redatto da Federica Cisilino e Federico Mecchia del Centro di ricerca politiche e bioeconomia, pubblicato su “Pianeta Psr” il 78% delle aziende è certificato, l’85,5% delle aziende produce vino Dco, il 69,5% vino Igt, il 19% vino Docg e il 7,5% vino prodotto con uva biologica. I vini più prodotti sono Prosecco, Pinot Grigio e Merlot. La superficie media delle aziende è pari a 27,8 ettari ed ognuna produce in media 2.855 ettolitri di vino, inoltre, la superficie media per la produzione di vini bianchi Doc è pari a 19,5 ettari e la superficie media dei rossi Doc è 7,2 ettari.
IL FATTURATO
Per quanto riguarda i principali canali utilizzati per la commercializzazione del vino imbottigliato, il 33,5% del fatturato delle aziende deriva dalle piattaforme, il 25% dalla ristorazione e il 10% dalla vendita diretta. Percentuali minori spettano invece ai negozi specializzati. Solo il 2,5% proviene dalla distribuzione tradizionale.
IL DANNO
Difficile quantificare l’entità del danno nel caso in cui le bottiglie di vino venissero effettivamente etichettate con le diciture “Fa venire il cancro” ma in Regione le Cantine e per ora le più grandi Aziende vitivinicole si sono già incontrate e sono pronte ad affrontare la battaglia.
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Il Gazzettino