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VERONA - L'edizione n. 55 prima di tutto sarà business con oltre mille top buyer da ben 68 Paesi dei 5 continenti, un +43% rispetto al 2022. E poi sarà il grande ritorno dell'Asia con Cina e Giappone e delegazioni record dagli Usa, dal Canada, dal Sud America e Nord Europa. Ecco l'impronta del Vinitaly in programma dal 2 al 5 aprile a Veronafiere. Ma con l'attualità che incalza e quindi il "problema" delle etichette chieste dall'Irlanda alla Ue sulla "dannosità" del vino.
Una edizione - questa n. 55 - con 4mila aziende espositrici che raccoglierà i frutti dei numerosi e importanti eventi all'estero realizzati con Ice Agenzia e che punterà sempre più alla internazionalizzazione. Grande attesa per il ritorno della Cina che, dopo i lockdown e i divieti prolungati, è pronta a riprendersi il proprio status di colosso emergente con 130 responsabili acquisti a Vinitaly tra i quali i primi venti importatori nazionali per volume e valore.
LA NOVITÀ
Tuttavia, l'attenzione sarà rivolta anche a «strade alternative per entrare nei mercati» attraverso la cultura e il turismo, come ha spiegato il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida alla conferenza stampa di presentazione a Roma.
Lollobrigida ha annunciato un focus con il ministro della Salute Orazio Schillaci in riferimento alle etichette irlandesi con avvertenze sanitarie che non distinguono tra il consumo e l'abuso di alcolici. «Vinitaly - ha detto - sarà la nostra trincea di controinformazione positiva, e su questo il governo sarà massicciamente presente con una compartecipazione attiva alla manifestazione internazionale più importante per il vino italiano». Prevista la partecipazione di diversi membri dell'esecutivo come il ministro del Turismo Daniela Santanchè, delle Imprese Adolfo Urso, probabilmente del premier Giorgia Meloni, del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e degli Esteri Antonio Tajani.
I NUMERI
Quanto ai numeri dei buyer presenti a Vinitaly 2023 «si tratta di un risultato storico», ha commentato il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo. «La strada per la crescita del settore è sempre di più l'export», ha spiegato l'ad di Veronafiere, Maurizio Danese». Con 7,9 miliardi di euro esportati nel 2022, le vendite estere hanno toccato il massimo storico, generando oltre il 54% del fatturato settoriale. L'intera filiera vinicola oggi vale 31,3 miliardi di euro e impegna 530 mila aziende con circa 870 mila addetti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino