La ricercatrice di Harvard: «Sì, sono stata molestata». E su Pandolfi gli scienziati si dividono

Lo scienziato Pandolfi in una foto del sito di Harvard
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PADOVA - Si chiamano Title IX, proprio come la legge americana sui diritti civili che protegge le vittime di molestie sessuali. Sono gli uffici presenti nelle principali università statunitensi a cui studenti e personale possono rivolgersi se pensano di essere stati vittime o testimoni di molestie. In uno di questi uffici è arrivata la dettagliata testimonianza di una giovane ricercatrice di Harvard che ha raccontato di aver ricevuto una lunga serie di mail extra-lavorative dal professor Pier Paolo Pandolfi, scienziato di fama mondiale appena nominato nuovo direttore scientifico dell'Istituto veneto di medicina molecolare, il Vimm di Padova. La giovane donna italiana aveva già raccontato tutto, ma non si ferma. Ieri ha scritto una mail alla professoressa Antonella Viola, direttrice scientifica della Città della Speranza di Padova, per confermare le molestie subite e ribadire il proprio dolore. A riportarlo è la stessa Viola, alimentando ulteriormente la netta divisione nel mondo degli scienziati: da un lato chi difende l'oncologo facendo leva sulla sua scintillante carriera, dall'altro chi giudica inaccettabili quelle mail e parla di «pessimo esempio per la scienza di Padova». 


LA TESTIMONIANZA
Partiamo proprio dalla professoressa Viola, immunologa in prima linea nell'emergenza Covid, alla guida di un altro grande fiore all'occhiello della città. L'altro ieri aveva preso una netta posizione contro Pandolfi: «Ci sono regole precise che vietano di fare molestie di qualunque genere ai dipendenti. Una ricercatrice, spesso precaria, che vede il proprio capo manifestare attenzioni sessuali e amorose, va nel panico perché non è libera di reagire. A me è capitato ed è bruttissimo, è una violenza incredibile». Ora la stessa Viola, interpellata, torna sul tema: «Per quanto riguarda la mia esperienza personale, non ho fatto i nomi finora e non ho intenzione di farli. Ma ritenevo doveroso mettere le cose nella giusta prospettiva. Sono felice di averlo fatto perché mi ha contattato la ricercatrice che è stata vittima di molestie da parte del professor Pandolfi. Ha confermato le molestie subite e il dolore che le hanno provocato. Mi ha ringraziato di cuore per aver preso le sue parti. Solo questo per me vale il dolore di aver preso posizione facendo riferimento anche alla mia esperienza». 

L'ALTRA VISIONE
La voce della professoressa Viola è in linea con quelle dei 12 membri stranieri del comitato scientifico, che hanno presentato in massa le loro dimissioni. Dimissioni annunciate anche dal direttore scientifico uscente Luca Scorrano: «Pandolfi ha ammesso di aver avuto un comportamento scorretto, questo è un problema suo. La Fondazione insiste a chiamarlo, ma io sono preoccupato per l'istituto». 
Di parere opposto i vertici del Vimm, pronti a difendere Pandolfi. «Abbiamo portato a Padova uno dei più grandi scienziati del mondo, il resto sono illazioni» è il secco commento del presidente Francesco Pagano. Se il professor Pagano ci deve mettere per forza la faccia, altri la pensano come lui ma evitano di esporsi davanti ad una situazione che definiscono «spinosa e delicata». Un ricercatore tra i più importanti del Vimm, che preferisce non essere citato, va oltre: «Il povero Pandolfi è vittima di un disegno di qualcuno per screditare il Vimm e la sua presidenza, questa è la mia sensazione. Le dimissioni di massa potevano essere evitate e il caso poteva essere tenuto riservato». 

E invece no. Il caso è scoppiato, rimbalzando immediatamente tra Padova e gli Stati Uniti. La comunità scientifica è divisa e dall'università filtra una certa irritazione. Nonostante le rassicurazioni di facciata, l'arrivo di «uno dei più grandi scienziati al mondo» non appare più così scontato. 
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Il Gazzettino