Villamarzana, ricordati i 43 martiri e le donne vittime del Fascismo

Il sacrario dei 43 martiri nella casetta del barbiere teatro della fucilazione
VILLAMARZANA (ROVIGO) -  Il sole di ieri mattina ha asciugato le lacrime di chi ancora, nonostante siano trascorsi quasi 80 anni, si commuove per quanto successo domenica 15...

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VILLAMARZANA (ROVIGO) -  Il sole di ieri mattina ha asciugato le lacrime di chi ancora, nonostante siano trascorsi quasi 80 anni, si commuove per quanto successo domenica 15 ottobre 1944. La strage dei 43 Martiri di Castelguglielmo, San Bellino e Villamarzana, è infatti ancora molto viva nelle tre comunità e non solo. Il 77. anniversario della tragedia è stata ricordato nel migliore dei modi, grazie alla presenza di tre donne, per la prima volta assieme sul palco d’onore di Villamarzana. La lunga mattinata è iniziata con la prima tappa a Castelguglielmo, seguita da quella di San Bellino per approdare a Villamarzana. Molto toccante l’omelia del parroco don Silvio Baccaro, così come lo sono sempre i 43 rintocchi della campana dedicata ai martiri.


Dopo gli omaggi del sindaco Vittorino Claudio Gabrielli e del presidente della Provincia, Ivan Dall’Ara, con tanto di lettura dei discorsi giunti dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e dal Presidente della Regione, Luca Zaia, è stata la volta dello struggente ricordo della 93enne Nazzarena Boaretto, orginaria di Costa di Rovigo, che, il 15 ottobre 1944, aveva appena compiuto 16 anni.


LE DONNE


Quindi la prima parte delle commemorazioni ufficiali, con la senatrice Albertina Soliani, già sottosegretaria di Stato alla Pubblica Istruzione, nel Governo Prodi I e componente della Commissione parlamentare per l’Infanzia, attuale presidente dell’Istituto “Alcide Cervi”. Infine, Antonella Bertoli, delegata dell’Istituto Polesano per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Giacomo Matteotti”, ha tracciato un dettagliato profilo delle donne al tempo della Resistenza. «Non ci sono solo i 43 Martiri da ricordare, ma anche madri, sorelle, nonne, figlie e spose di questi giovani uomini uccisi. La mamma di Danilo Button venne presa a pugni e schiaffi. A causa delle viti e dei bulloni usati contro di lei, la sua mascella non si è più aggiustata. La perpetua di don Vincenzo Pellegatti, parroco ai tempi di Villamarzana, raccontò che i fascisti, mentre lo picchiavano in canonica, erano preoccupati di trovare pane, salame e pollastri come autentici volgari ladri. Non vanno dimenticate anche le mogli degli 11 morti del primo rastrellamento tra Castelguglielmo e Ca’ Moro e tra Alberazze, Chiaviche, Pellizzare e Precona, i cui nomi non vengono quasi mai ricordati. Alla mamma di due adolescenti di Villamarzana, di 14 e 15 anni il famigerato maresciallo Bomba propose: «Scegli tu quale dei due figli vuoi che ammazziamo, sicuramente almeno uno dei due”. Non ce la fece a decidere quale salvare, così fu presa a calci e buttata per terra, persa in un pianto disperato, che non servì a salvare i due figli». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino