Villaggio Sinti, pietra tombale, giù le ultime case bifamiliari: il conto sale a 5 milioni

foto di repertorio
MESTRE - Il conto sale, o ora si avvicina ai cinque milioni di euro. Tanto è costata la parabola del Villaggio Sinti di via del Granoturco, inaugurato nel novembre del 2009...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MESTRE - Il conto sale, o ora si avvicina ai cinque milioni di euro. Tanto è costata la parabola del Villaggio Sinti di via del Granoturco, inaugurato nel novembre del 2009 e destinato a essere completamente demolito entro la fine dell'anno in corso. Una determina del Comune ha infatti autorizzato la spesa di 175mila euro per l'abbattimento delle casette bifamiliari supersiti, e di fatto abbandonate, davanti alle quali nel tempo si sono accumulati quintali di rifiuti.


ITER TRAVAGLIATO

Un'operazione di pulizia destinata a fare tabula rasa di un progetto fallimentare, sia pure nato con una buona intenzione: quella di dare un alloggio decoroso alle famiglie sinti che per anni hanno vissuto nel campo provvisorio e dalle condizioni igieniche e sanitarie precarie di via Vallenari, per favorire l'integrazione dei destinatari. Erano così sorte in via del Granoturco, dall'altra parte di via Martiri della Libertà, 38 casette affidate alle famiglie di etnia sinti con le quali il Comune aveva avviato un progetto di collaborazione con il coinvolgimento delle Politiche sociali. Un processo che aveva incontrato la vivace opposizione del centrodestra, e della Lega in particolare, che contestava l'investimento di quattro milioni di euro per l'operazione.
Ma i problemi erano sorti anche dopo il trasloco delle famiglie, avvenuto nottetempo per aggirare le proteste dell'opposizione. Problemi di ordine pubblico e sociale (con molte utenze non pagate dagli inquilini) e interventi ripetuti delle forze dell'ordine inzona avevano fatto del Villaggio Sinti un luogo poco desiderabile per gli stessi inquilini, che in parte avevano chiesto di essere compresi in un nuovo piano per l'integrazione e l'autonomia economica, con l'assegnazione di alloggi comunali e lo stanziamento di 250mila euro dei fondi Pon metro. Il Villaggio, poco a poco, aveva cominciato a svuotarsi e il degrado incombente dell'area aveva invogliato le famiglie superstiti a fare altrettanto.


LA SVOLTA

Si è così arrivati alla decisione, presa lo scorso anno, di considerare conclusa l'esperienza e di demolire le casette del Villaggio Sinti costruite dalla precedente amministrazione. Non senza altre polemiche: la leghista consigliera (ora assessora alla Sicurezza) Silvana Tosi aveva proposto di sistemare gli alloggi e di assegnarli in via temporanea a persone in difficoltà, come i padri separati, oppure di destinare gli immobili alle associazioni zoofile. Alla fine si è deciso di fare spazio alle ruspe. Dopo la demolizione delle prime 12 casette (operazione costata 120mila euro), ora toccherà agli edifici bifamiliari di via del Granoturco, con uno stanziamento di 175mila euro alla ditta Idea srl, derivante da una variazione di bilancio approvato nell'ultima seduta del Consiglio comunale. Del Villaggio Sinti, così, non rimarrà traccia, se non nel toponimo di via del Granoturco che conduce verso il nulla, dove sono stati immolati cinque milioni di euro.
 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino