Villaggio di Natale, mega inaugurazione senza il sindaco: «Ho il Covid per la terza volta»

CONEGLIANO - Un'assenza pesante, che non si poteva non notare. Anche perchè il sindaco Fabio Chies è stato uno dei principali artefici del Natale a...

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CONEGLIANO - Un'assenza pesante, che non si poteva non notare. Anche perchè il sindaco Fabio Chies è stato uno dei principali artefici del Natale a Conegliano. Invece ieri, 8 dicembre, all'inaugurazione del Villaggio di Natale, non c'era. E il mistero è stato presto chiarito: era a letto con il Covid. Per la terza volta.

IL MALESSERE
«Ho avvertito un leggero malessere due giorni fa. Ho fatto un tampone casalingo la sera prima che ha dato una lieve positività, così ieri mattina mi sono precipitato in farmacia per sottopormi al tampone ed aprire, eventualmente, una posizione con l'Usl». I sospetti che potesse essere qualcosa di più di un semplice raffreddore hanno trovato conferma poco dopo nel referto: positivo.
«Ero stato in casa questi ultimi due giorni per precauzione. Ma ieri mi sono proprio isolato. C'era l'inaugurazione, alla quale tenevo tantissimo. Ma era assolutamente corretto evitare di incontrare persone. Avrei inevitabilmente contribuito a diffondere il contagio. Invece, sono convinto che in quanto amministratore pubblico, devo dare il buon esempio. Fare il tampone e mettersi in isolamento a casa è la procedura corretta da seguire in questi casi» dice Chies.

LA RACCOMANDAZIONE
Il sindaco non ha febbre, ma solo un po' di raffreddore emal di gola. «Ma è la terza volta che mi ammalo, probabilmente i sintomi sono più leggeri rispetto alla prima ondata di Covid. Ora starò recluso cinque giorni in attesa del nuovo tampone di fine quarantena. Spero che passi in fretta e spero di tornare al mio posto quanto prima. Certo, mi dispiace mancare a inaugurazioni a cui tenevo tanto. Ma è tutto pianificato e quindi è molto più importante preservare la salute degli altri, della comunità. Invito tutti coloro che fossero nelle mie condizioni, incerti se si è contratto il Covid o meno, di farsi il tampone. Altrimenti si rischia di contagiare familiari, amici e vicini. È un atto di civiltà».

 

 

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Il Gazzettino