ARIANO NEL POLESINE- Sono state impegnate tutte la notte le squadre dei Vigili del fuoco per domare il fuoco che ha distrutto Villa Pavanini, lungo via San Francesco di...
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Un incendio che ha portato con sé quindi non soltanto danni per i proprietari ma anche per il circondario. Da poco prima delle 17 di mercoledì sono bastati pochi minuti alla combustione per prendere forza e distruggere quasi 200 anni di storia. L’edificio infatti, era stato costruito nel 1850 da Giuseppe Pavanini che abbatté gli stabili dell’ex convento e la chiesa dei Padri Francescani Riformati per costruire quella che fu la casa della propria famiglia fino al 1998 quando una giovane coppia di coniugi la acquistò per sistemarla.
Michele Bolzoni e Claudia Mantovani cominciarono i lavori di ristrutturazione partendo dalla messa in sicurezza delle pareti e del tetto, poi purtroppo il marito morì e l’opera rimase incompiuta. «Questa notte non ho praticamente dormito – racconta la proprietaria -. Avevo la testa nel pallone. Quando mi sono venuti a chiamare a casa per dirmi quello che stava succedendo non ci volevo credere. È stato un vero colpo al cuore vederla in fiamme. Non riuscivo quasi a rendermi conto di cosa stesse accadendo».
Pare che l’incendio possa essere di origine dolosa, avete qualche sospetto? «Mio figlio Luca ha raccontato l’accaduto su Facebook - continua ancora -. Qualcuno ha commentato dicendo di aver visto due adulti entrare nella casa verso le 16, lo abbiamo segnalato ai Carabinieri. Adesso la casa è stata posta sotto sequestro per le indagini del caso. Non ho proprio idea di come sia potuto succedere, non ci sono neanche gli allacciamenti». La Procura ha, infatti, immediatamente disposto il sequestro predisponendo tutti gli accertamenti del caso. Il fatto che insospettisce infatti è proprio che non ci fossero utenze allacciate, quindi è difficile credere che si possa essere trattato di qualcosa di accidentale. «Confidiamo che le telecamere che si trovano lungo l’argine abbiano ripreso qualcosa – sottolinea Mantovani -. Se qualcuno avesse visto qualche movimento sospetto lo invito a farsi avanti, tutto può essere utile per scoprire come sono andate le cose».
Ma adesso cosa pensate di fare con quel che resta dello stabile? «L’altro mio figlio Emanuele, che è cuoco, aveva l’idea di aprirci un ristorante, stava preparando anche il piano d’investimento per cercare dei fondi da poter investire – prosegue la signora -. Certo prima c’erano un altro tipo di lavori da fare. Adesso è crollato il tetto, i pavimenti, le mura sono ricoperte di crepe. Chissà quanto potrebbe costare un intervento di restauro».
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Il Gazzettino