TREVISO - Chiuso per mancanza di clienti, per una marea di disdette e cancellazioni mai vista prima. «In provincia di Treviso, oggi - dice Giovanni Cher, presidente...
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Del resto lo aveva anticipato anche Gianni Garatti, presidente della Fondazione Marca Treviso e titolare dell'Hotel Fogher: «Siamo vuoti». Concetto che Cher ribadisce e allarga. E le difficoltà le sta toccando con mano. Il gruppo di cui fa parte, Sogedin, gestisce il Park Hotel Villa Fiorita di Monastier e altri due alberghi tra Mestre e Venezia. A Monastier ha dovuto chiudere, prolungando di una settimana il tradizionale periodo di pausa che la struttura si prende subito dopo il Carnevale. Il Park Hotel resterà quindi fermo almeno fino all'otto marzo: «Solo nei primi tre giorni della scorsa settimana - sottolinea Cher - da lunedì a mercoledì abbiamo contato 3.280 cancellazioni, un'onda lunga che arrivano fino a ottobre. In questo periodo lavoriamo molto con le gite scolastiche, tutte cancellate almeno fino al 15 marzo. E poi sarà difficile recuperarle visto che le scuole hanno già perso due settimane e difficilmente perderanno altri giorni di lezione per le gite. Problemi analoghi anche a Mestre, dove si lavoro molto col personale di volo delle compagnie aeree: Air France, per dire, adesso riporta subito a Parigi gli equipaggi non facendoli più pernottare. E così altri».
LE CONSEGUENZE
Una situazione difficile da sostenere: «Praticamente tutte le strutture alberghiere trevigiane sono in questa situazione - fa il punto il presidente - quelle di pianura lavorano essenzialmente con gli stranieri, che sono spariti. Tengono leggermente botta, seppure tra enormi difficoltà, quelle di collina che in genere lavorano molto con gli italiani, con chi decide di passare un fine settimane tra i colli del Prosecco. È un mercato interno, quasi regionale visto che di turisti dal centro e sud Italia se ne vedono pochissimi». Inevitabili le conseguenze: «Noi a Monastier abbiamo messo tutto il personale in ferie, dandole anche a chi non ne aveva accumulate. Ma se questa situazione dovesse protrarsi anche nelle prossime settimane, dovremmo iniziare a valutare la possibilità di lasciare a casa la gente. Purtroppo è così: gli alberghi sono vuoti, non si lavora, ma mutui e spese bisogna pagarli. La crisi che stiamo vivendo è durissima. Ho letto una previsione che ipotizza il default del 10% delle aziende. Purtroppo quando questa crisi sarà passata, nel settore turismo più di qualcuno non ci sarà più». Intanto si cominciano a fare i conti. Alberghi chiusi e stanze vuote rischiano di pesare per decine di milioni di euro sui bilanci di tutto il settore trevigiano. E l'ultimo decreto del Governo che ribadisce le misure restrittive non fa altro che peggiorare umori e animi.
LE CONTROMISURE
Cher indica qualche soluzione: «Fare una campagna di promozione turistica adesso non avrebbe senso - osserva - la gente ha paura, dall'estero nessuno vuole venire qui da noi. Servono invece aiuti dallo Stato per le aziende in difficoltà perché parliamo di posti di lavoro in pericolo. E poi è necessario cambiare comunicazione, rassicurare. Negli ultimi giorni è passata un'immagine troppo negativa. Solo quando ci sarà nuovamente un po' di tranquillità, potremo iniziare una campagna promozionale per riportare la gente da noi. Dovremo andarci, nuovamente, a conquistare i clienti. Ora, invece, dobbiamo farci sentire a Roma, col governo. E per farlo stiamo pensando a una manifestazione: devono ascoltare le richieste delle aziende». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino