Padova. La nuova vita di Villa Breda: due cordate per la gestione

Padova. La nuova vita di Villa Breda: due cordate per la gestione
PADOVA - Sono due le offerte arrivate per gestire Villa Breda e che sono al vaglio di una Commissione speciale istituita dall’assessore alla Cultura Andrea Colasio di cui...

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PADOVA - Sono due le offerte arrivate per gestire Villa Breda e che sono al vaglio di una Commissione speciale istituita dall’assessore alla Cultura Andrea Colasio di cui fanno parte i dirigenti all’Edilizia monumentale alle Attività culturali e al Patrimonio del Comune.


In attesa che questo bene storico vada all’asta, visto che oggi ne sono proprietarie le banche che hanno in mano i debiti per un’amministrazione fallimentare della Fondazione, il Comune vuole che la villa resti “viva”. 

COLASIO 

«Per qualsiasi compratore sarebbe dura visto che abbiamo il diritto di prelazione - dice l’assessore ed è vincolata non solo dal punto di vista paesaggistico insieme al parco, ma anche pertinenziale. Non si può toccare nulla, nemmeno un mobile». Si parla di una base di 5 milioni a cui non risponderà nessuno con queste limitazioni. Dunque il valore scenderà alle aste successive tanto che sui 2 milioni potrebbe essere appetibile anche per il Comune, con una trattativa diretta. «Manca un centro culturale in questa zona a est della città - continua Colasio - ma per farla funzionare occorre una cogestione con i privati che non abbia costi per il pubblico. Potrebbe esserci anche una caffetteria dentro il parco in convenzione. 

LA GARA 

Le due offerte vedono da una parte Mitica coordinamento di sei realtà fra cui “Viviamo villa Breda” e dall’altra “Xe arte” che racchiude al suo interno la Benvenuto Cellini, Retake, Interensemble, Fantaghirò e La Fornace. «La Cellini ha già portato spettacoli teatrali in villa e Fantaghirò ne sta preparando uno sulla vita di Breda» dice Daniela Antonello di Xe arte che da 13 anni anima porta S. Giovanni con mostre d’arte a rotazione ogni 15 giorni produce anche documentari come quello sul bombardamento all’Arcella e app come “Le statue del Prato raccontano”. «Retake lavorerebbe sulla manutenzione di parco e aiuole, Interensemble sugli eventi musicali. Il nostro progetto è portare i cittadini dentro la villa e dentro il parco con visite guidate, soprattutto bambini con mostre a loro dedicate». 

L’IDEA 

L’amministrazione cerca associazioni o enti del Terzo settore che per due anni in via sperimentale promuovano sia la conservazione di questo inestimabile patrimonio per la storia di Padova sia la sua crescita come luogo di aggregazione. Fra le attività ci saranno la custodia del bene, la sua pulizia, la garanzia dell’apertura al pubblico e infine la conoscenza della Villa che è l’ultimo baluardo di un immenso patrimonio lasciato dal senatore e grande imprenditore Vincenzo Stefano Breda ma depredato dagli anni ‘90 da investimenti avventurosi che hanno portato alla crisi dell’Ipab collegata e alla vendita all’asta sia dell’ippodromo che del ristorante le Padovanelle con la previsione di vendita anche della rsa per la sclerosi multipla e della scuola materna Angela Breda.  

GIORDANI 

Nell’attesa però il sindaco ha più volte espresso l’intenzione di non lasciarla abbandonata. «Vorrei che entrasse nel patrimonio comunale – ha sostenuto - ma se andasse all’asta noi parteciperemo con un’offerta. Credo che il senatore mecenate si rivolterebbe nella tomba se consentissimo una speculazione immobiliare nella sua villa». E ha dato mandato all’assessore Colasio di occuparsene.


«Lo sto facendo dagli ani ‘70 - esordisce l’assessore - fu la mia prima battaglia politica quando ero vicepresidente di quartiere. Per anni il patrimonio è stato derubato, addirittura fino alle mattonelle in cotto di un edificio sopra le scuderie. Ora per fortuna l’edifico è vincolato, la Regione l’ha dichiarato museo regionale e il Comune può fare un’offerta in grado di vederselo assegnare. Partendo da questo punto e dal fatto che il quadrante è privo di spazi culturali abbiamo pensato di adeguarlo a questo scopo, cominciando con una serie di lavori».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino