Vietato arrampicarsi sugli alberi ad Oderzo. Le opposizioni: «È assurdità»

divieto arrampicarsi alberi ad Oderzo
ODERZO (TREVISO) - Vietato arrampicarsi sugli alberi: fa discutere il nuovo regolamento di polizia urbana dove, fra le attività vietate, c’è anche...

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ODERZO (TREVISO) - Vietato arrampicarsi sugli alberi: fa discutere il nuovo regolamento di polizia urbana dove, fra le attività vietate, c’è anche quella di arrampicarsi sugli alberi del verde pubblico, pena una sanzione che va dai 25 ai 500 euro. Giulia Princivalli, capogruppo della minoranza Oderzo Bene Comune promette battaglia. Mentre per Mirco Casteller, psicologo e psicoterapeuta «l'attività ludica anche se rischiosa forma la mente umana perchè permette di conoscere i propri limiti -osserva- È più facile cadere nella rete dei social e farsi tanto male, più che cadere da un albero». Nell'approvare il regolamento Oderzo Bene Comune si è astenuta.

ARTICOLI REPRESSIVI

«Siamo d'accordo sulle sanzioni per chi non raccoglie le deiezioni canine e per quei veicoli che perdono olio e sporcano le piazze -evidenzia la Princivalli- ma ci sono alcuni articoli repressivi che vanno a colpire determinate categorie sociali come i richiedenti asilo. Trovo assurda poi la misura di non potersi arrampicare sugli alberi, penso che i bambini debbano essere liberi di poterlo fare. Capisco che è anche una questione di responsabilità -conviene la capogruppo- ma magari potrebbe bastare un cartello che dice che la responsabilità è in capo ai genitori o agli accompagnatori dei bambini». La minoranza contesta anche il divieto di sdraiarsi sulle panchine o sedersi per terra, oppure di non poter bere alcolici al di fuori dei bar o dei plateatici. «Ancora una volta ad essere colpiti sono i più “poveri”. Se una persona vuole andare a prendersi una birra al supermercato per poi berla su una panchina credo che non faccia del male a nessuno -puntualizza Princivalli- Non deve sembrare che che io sia per il “liberi tutti”, sono invece per colpire di più chi abbandona i rifiuti».

LA REPLICA

«Si vuol colpire chi bivacca e sporca -chiarisce il vicesindaco Bianco- non trovo scritta nel regolamento alcuna indicazione circa l'etnia dei trasgressori. I pregiudizi li pone la consigliera Princivalli, non noi. Staremo comunque a vedere quali osservazioni vengono poste e le valuteremo». «Io non ho mai visto una città nella quale la gente si arrampica sugli alberi -rilancia la sindaca Maria Scardellato- Ovvio che il regolamento non si riferisce agli alberi in campagna o nei giardini privati ma a quelli in centro abitato e in area pubblica e i motivi del divieto, che esiste da tantissimi anni, sono la sicurezza delle persone e la salvaguardia degli alberi. Non possiamo certo fare una perizia per ogni albero e per ogni ramo e consentire un’arrampicata differenziata in funzione del peso del bambino. Per lo stesso motivo di sicurezza non ci si può arrampicare sui lampioni o sui monumenti o sui manufatti comunali che non sono stati realizzati per questo scopo». «La differenza fra il cadere da un albero piuttosto che nella rete dei social, è che quando si cade in quest'ultima il male lo si vede dopo qualche anno, sviluppano devianze inimmaginabili» spiega lo psicologo e psicoterapeuta Casteller.

PAROLA ALL’ESPERTO

L'esperto non entra nel merito del regolamento opitergino, invitando piuttosto a una riflessione sull'attività ludica. «Dire di non poter sperimentare i propri limiti significa favorire una dissociazione dalla realtà dei giovani. Ovviamente è un'attività da svolgere all'interno del recinto della sicurezza. Nella Rete tu vieni schiacciato verso il basso. Se non faccio attività ludica nella realtà, la mia caduta è nel vuoto». Un vuoto dell'anima sempre più diffuso fra i ragazzi.

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Il Gazzettino