Il torrente esonda, casa finisce sott'acqua: «E' la seconda volta, ora basta: servono interventi»

Laura Prosdocimo e il sindaco Mario Bailo mostrano il livello toccato dall'acqua esondata dal Teva
VIDOR - Mezzo metro di acqua e fango in casa. L'altra notte, 28 agosto, il torrente Teva è esondato a Colbertaldo di Vidor e un'abitazione è stata...

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VIDOR - Mezzo metro di acqua e fango in casa. L'altra notte, 28 agosto, il torrente Teva è esondato a Colbertaldo di Vidor e un'abitazione è stata allagata. L'acqua si è riversata nel cortile e al pianterreno, danneggiando anche il crossover parcheggiato in cortile. Nottata di passione per i proprietari: «È la seconda volta in tre anni. Nel 2020 avevamo allertato il Consorzio di bonifica. Adesso è successo di nuovo: chiediamo un risarcimento ma soprattutto interventi di manutenzione. Vogliamo aspettare che succeda una tragedia come al Molinetto della Croda?». Laura Prosdocimo, che abita al primo piano insieme al compagno e alla figlia, lancia un appello agli enti preposti, decisa ad andare fino in fondo, stavolta. Tre anni fa un'esondazione analoga le è costata 30mila euro: arredi e auto da buttare. L'altra notte la replica, poco dopo la mezzanotte.

L'EMERGENZA
«Il torrente è uscito dall'alveo e ha allagato tutto - racconta la donna -. Nessuno ci aveva avvisato che poteva esserci questo rischio, speravamo non capitasse e invece siamo qui a spalare il fango rimasto». L'acqua ha invaso l'appartamento al piano terra, disabitato e stava salendo le scale. Laura l'ha trovata sui primi gradini. La famiglia ha chiamato i vigili del fuoco cercando nel frattempo di mettere in salvo quello che riuscivano. I pompieri sono intervenuti con le pompe di drenaggio ma c'era ben poco da fare se non aspettare che l'acqua defluisse. Anche altri residenti sono corsi in strada a dare una mano. Qualcuno di loro ha visto persino dei pesci aggirarsi spaventati nel cortile, trascinati lì dalla piena. Sul posto è arrivato pure il sindaco Mario Bailo, che ha voluto sincerarsi di persona della situazione. I segni dell'acqua e del fango sono ancora ben visibili dentro e fuori dall'abitazione. «Muri, mobili, arredi, impianti, la macchina: è stato tutto danneggiato. Ci vorrà del tempo per risistemare tutto. Purtroppo ci siamo già passati. Sappiamo bene cosa significa ma stavolta non lasceremo correre - promette la residente, mettendo in fila le richieste -. Vogliamo più manutenzione, un adeguamento dell'alveo del torrente in modo che possa sopportare queste bombe d'acqua e il risarcimento dei danni subiti. Avevo allertato il Consorzio di bonifica già tre anni fa e non ha fatto nulla. Adesso basta».

L'APPELLO


Anche il Comune si sta interessando al problema: «Siamo in contatto con il Consorzio di bonifica Piave. Gli enti preposti devono prendere le giuste precauzioni per prevenire emergenze come questa. Dopo la recente ondata di maltempo, il Consorzio aveva eseguito una serie di sopralluoghi: sul Teva non erano stati individuati ostacoli tali da impedire il flusso d'acqua per cui non ci erano state segnalate criticità. Ora ci hanno assicurato che i controlli continueranno. Ma serve una soluzione definitiva».

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Il Gazzettino