Filmano i professori in classe poi si scambiano i video, sospesi 15 ragazzi

Filmano i professori in classe poi si scambiano i video, sospesi 15 ragazzi
ALBIGNASEGO Quindici studenti di prima, seconda e terza media della Valgimigli di via Tito Livio “sospesi” per aver fotografato e fatto dei video ai loro docenti...

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ALBIGNASEGO
Quindici studenti di prima, seconda e terza media della Valgimigli di via Tito Livio “sospesi” per aver fotografato e fatto dei video ai loro docenti durante le ore di lezione in presenza. Gli scatti e i filmati sono stati poi girati nelle diverse chat whatsapp degli allievi. La cosa, però, non è sfuggita ad alcuni genitori, che hanno immediatamente preso contatto con gli insegnanti e con la dirigente scolastica, Federica Silvoni, al fine di comunicare quanto stava avvenendo. 


Da qui la decisione di sospendere per un giorno i ragazzini coinvolti. Tuttavia, non verranno lasciati a casa, come accadeva fino ad un decennio fa. Saranno invece invitati a rendersi utili alla comunità scolastica e a riflettere sulle loro leggerezze. Fra le mansioni che saranno richieste, la sistemazione dei libri all’interno della biblioteca della scuola o la raccolta delle foglie cadute nel giardino che circonda l’istituto, naturalmente assistiti dai collaboratori scolastici. 
PUNIZIONI “UTILI”
«Da qualche tempo – spiega la dirigente – stavamo monitorando questo fenomeno. In pratica, degli allievi erano soliti riprendere i docenti mentre svolgevano lezione in classe. Dopodiché si inviavano i video mediante i social». Peraltro, secondo quanto disposto dal regolamento d’istituto, è vietato portare a scuola telefoni cellulari o smartphone. Al massimo vanno tenuti spenti, a maggior ragione nelle aule. 
Probabilmente gli adolescenti approfittavano di un attimo di disattenzione del professore per catturare quelle immagini. «Di per sé il fatto non è gravissimo – precisa la stessa dirigente –, Tuttavia, non lo potevamo far passare in cavalleria. Non si tratta di punire i diretti interessati, non è questo lo spirito che ci anima. Piuttosto intendiamo dare un messaggio costruttivo». Motivo per cui non solo saranno impegnati in attività pratiche quale forma di riparazione, ma anche in una sorta di laboratorio sui comportamenti corretti legati alle nuove tecnologie. Al termine di questo saranno chiamati ad esporre i lavori ai compagni. 
«Scattare fotografie senza il consenso può costituire un illecito. Peraltro non si potrebbe nemmeno utilizzare whatsapp al di sotto dei 16 anni, la responsabilità di un uso sbagliato del social ricade sui genitori» dice la preside. Per quanto riguarda i servizi di riparazione veri e propri, sono programmati a partire dai prossimi giorni. Gli studenti non li svolgeranno tutti assieme, in 15, dato che sarebbe logisticamente complicato garantire la necessaria sorveglianza. «Si metteranno in gioco in più giornate – conclude la dirigente –. Ci auguriamo di continuare il dialogo con i genitori, nella logica di un patto di corresponsabilità per la formazione dei ragazzi. Già nei giorni scorsi ho inviato una lettera aperta a tutte le mamme e i papà, serve la loro collaborazione». 

Francesco Cavallaro
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Il Gazzettino