UDINE - Un orso bruno di 4-5 anni, verso le 9 del mattino, si avvicina a una trappola-tubo e abilmente, senza entrarci, si ciba delle esche poste all'esterno. È la...
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Si tratta probabilmente di un orso di origine slovena, classificato con la sigla «N15» e già campionato nelle Alpi carniche nel 2012 quindi spostatosi in Veneto e nelle Dolomiti friulane.
La trappola utilizzata è di proprietà della Regione Friuli Venezia Giulia ed è stata realizzata nell'ambito del progetto «Life Arctos», finanziato dall'Unione europea per favorire la conservazione dell'orso bruno. Nel filmato si vede l'orso prendere il cibo all'esterno della trappola, rotolarsi davanti al tubo e alla fotocamera e grattarsi su un abete vicino, probabilmente per lasciare dei segnali feromonali, vista anche la presenza nelle stessa area di almeno altri due individui.
E' un maschio e frequenta il sito tranquillamente, senza però fidarsi a entrare nel tubo. Il 12 giugno scorso l'Università di Udine ha catturato un orso nelle Valli del Torre, presso il confine sloveno, chiamato Alessandro, a cui è stato infilato un radiocollare. Una volta liberato, l'esemplare si è spostato in territorio sloveno dove esiste a Caporetto una deroga all'abbattimento, a causa di numerosi attacchi al bestiame domestico.
Il collare ha permesso di fornire informazioni anche ad autorità e ricercatori sloveni evitandone, per ora, l'uccisione.
Attualmente l'orso Alessandro, dopo avere trascorso un mese tra Pontebba e Tarvisio, si trova di nuovo sul versante sloveno del monte Canin. La ricerca è condotta dal team del Dipartimento di scienze agrarie e ambientali coordinato da Stefano Filacorda, e si basa sull'uso di varie tecniche, dalle trappole per il pelo con successiva analisi genetica a foto e video trappolaggio, alla cattura per predisposizione di radiocollari satellitari. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino