MESTRE È tornato a colpire. Certo non ci sono prove che il maniaco sia lo stesso: tuttavia zona, orario e modalità degli agguati coinciderebbero. Ma stavolta la sua...
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È quasi dall’altra parte della carreggiata, quando si sente spingere in maniera violenta alle spalle e poi trascinare. Non capisce cosa le stia succedendo, finché l’uomo la scaraventa contro una delle vetrine dei poliambulatori e comincia a palpeggiarla con forza, tentando persino di spogliarla. È in quel momento che l’adolescente, inizialmente paralizzata dal terrore e dall’incredulità, si sblocca e comincia a urlare con tutta la voce che ha in corpo, tentando di liberarsi da quella stretta schifosa e ripugnante.
SCENARIO
Sono le cinque e mezza del pomeriggio in una zona semicentrale di Mestre e piuttosto frequentata visto che lì vicino appunto c’è anche il Policlinico. E sono quelle grida disperate che fanno desistere il depravato, che temendo l’arrivo di qualcuno, molla la presa e si dilegua di corsa. L’allarme alla polizia viene dato poco dopo, quando la giovane raggiunge la sua abitazione, sconvolta e sotto choc. È la madre a chiamare il 113, raccontando cosa è accaduto mentre sta ancora tentando di calmare e rassicurare la figlia. Gli agenti si precipitano all’indirizzo fornito e, attenti a confortare e rincuorare quella ragazzina che dimostra meno anni di quelli ha, si fanno raccontare quello che ricorda. Poco. Le pare che l’uomo, alto circa un metro e settanta, avesse la pelle olivastra ma non sa dire se fosse italiano o straniero.
PRECEDENTI
La caccia continua. Non è mai cessata. Dall’inizio di novembre quando si sono registrate, nello stesso giorno, altre due aggressioni fotocopia di quest’ultima. Sempre di pomeriggio, in rapida successione temporale a spaziale. Sempre per strada. Sempre ai danni di donne, in entrambi i casi poco più che ventenni, sorprese alle spalle lungo via Ca’ Rossa, schiacciate su recinzioni e muri perimetrali, la cui reazione disperata impedisce che la violenza sia consumata, costringendo alla fuga il depravato, dopo aver ingaggiato una colluttazione alquanto brutale. Tanto la 22enne che la 26enne sono state ascoltate dagli investigatori che si stanno occupando delle indagini, senza trascurare il minimo dettaglio che possa dare un volto e quindi un’identità al pervertito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino