Da Coccau a Pachino, duemila chilometri in Ape. «Lo sognavo fin da bambino»

Da Coccau a Pachino, duemila chilometri in Ape. «Lo sognavo fin da bambino»
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TARVISIO - La mitica Ape Piaggio 50, tanta voglia di viaggiare e un po’ di sana “follia”. Sono le caratteristiche che legano Fabiano Cesarini (Castions di Strada), Erika Zamberlan (Portogruaro), Lorenzo Iob (Rivignano-Teor) e Riccardo Battistoni (Colloredo di Prato), quattro appartenenti all’Ape Fans Club Pantianicco, che hanno deciso di raggiungere Pachino, uno dei punti più a sud-est della Sicilia e d’Italia. Fin qui tutto normale, se non fosse che il viaggio non sarà dei più “semplici”. Non solo perché sono partiti domenica dal Valico di Coccau, il punto più a nord-est d’Italia, ma perché i circa duemila chilometri che li separano dalla destinazione, saranno percorsi a bordo di quattro Ape50. Fabiano con i suoi 34 anni è il “veterano” del gruppo, mentre gli altri tre - da poco maggiorenni - sono alla loro prima avventura di questo tipo. «La loro passione per l’Ape - spiega Fabiano - è nata pochi anni fa, mentre io fin da bambino sognavo di poter guidare quello strano mezzo». L’obiettivo è raggiungere Pachino entro sabato, ma molto dipenderà da possibili intoppi di percorso: «Sono mezzi che hanno superato i vent’anni e usiamo normalmente. Sappiamo che i motori soffriranno anche perché bisognerà tenere un certo ritmo», una media di 250-300 chilometri al giorno.


I PRIMI GUAI
E infatti la prima tappa li ha già messi a dura prova: lasciata Coccau si sono diretti verso San Daniele, da qui a Summaga per la benedizione dei mezzi e poi hanno puntato verso Chioggia «ma ci siamo dovuti fermare più volte per problemi alla carburazione del mezzo di Erika che ha deciso di non rischiare e tornare a casa, ma cercherà di raggiungerci appena potrà». Una volta a Pachino, il ritorno prevede uno spostamento a Palermo dove è previsto il trasferimento via traghetto fino a Livorno. Da qui nuova risalita in Ape e ulteriori mille chilometri fino in Friuli per un totale di circa due settimane di viaggio. Oltre alla passione, la scelta di muoversi sull’iconica tre ruote è legata a questioni “logistiche”: «Hai a disposizione un pianale, dove puoi caricare più cose, come ad esempio l’olio per fare la miscela o le tende per dormire nei campeggi che incontreremo lungo la strada». Chi volesse, anche solo virtualmente, unirsi al viaggio può collegarsi a @_aft.club_ pagina Instagram ufficiale, dove seguire tutti gli aggiornamenti. L’amore per l’Ape è così viscerale che Fabiano ha già realizzato alcune “imprese”: lo scorso anno ha partecipato alla “Crazy Italian Rally”, gara non competitiva da Biella a Pachino riservata a mezzi con cilindrata non superiore ai 50cc. In sella a una Vespa ha preso parte al “Crazy Rally Jump”, viaggio di 600 km coast to coast tra mar Tirreno e Adriatico da compiere in 24 ore e al “Dawn to Dusk 300” dall’alba al tramonto, da compiere nei dintorni di Firenze su un percorso di 300 km.


ZERO SPONSOR


«Quest’anno, sempre con l’Ape, avrei voluto andare a Marrakech ma ho dovuto cambiare idea». Fabiano non si è però perso d’animo e ha trovato subito un’altra avventura «o per meglio dire un altro viaggio della speranza» da compiere: attraversare lo Stivale da nord a sud trovando in Erika, Lorenzo e Riccardo tre validi compagni. Il percorso è definito solo a grandi linee, non ci sono tappe fisse ma sarà adattato in funzione del meteo e delle tempistiche: «Di sicuro faremo tappa al Colosseo e, al ritorno, alla Torre di Pisa». Il viaggio sarà in quasi totale autonomia: unico supporto sarà dato da un’auto di appoggio che li precederà. Non sono previsti neppure sponsor di rilievo: «Abbiamo qualcuno che ci supporta e che ci ha aiutato per simpatia, ma il vero sponsor sono le nostre famiglie che ci danno una mano come possono». Il viaggio Coccau-Pachino è appena cominciato, eppure Fabiano pensa già al futuro. «Ho già programmato una nuova avvenuta per l’anno prossimo: arrivare a Parigi». In solitaria o in compagnia? «Questo non lo so. Vedremo se i ragazzi vorranno ancora seguirmi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino