Sorge su un antico villaggio la Via Crucis del Colosseo in terra friulana

La Via Crucis monumentale di San Lorenzo a Sedegliano
SEDEGLIANO (Udine) - C'è una Via Crucis in Friuli che è "gemellata" con quella molto antica realizzata nel Colosseo a Roma. Si trova a San Lorenzo, una...

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SEDEGLIANO (Udine) - C'è una Via Crucis in Friuli che è "gemellata" con quella molto antica realizzata nel Colosseo a Roma. Si trova a San Lorenzo, una frazione del comune di Sedegliano. A raccontare la singolare storia di questo storico sito sacro è il parroco di Rivis e San Lorenzo, don Mario Broccolo: «Ci troviamo anzitutto in una area che un tempo, intorno al mille, probabilmente anche prima, era un villaggio fortificato - spiega il sacerdote -; le tracce di questo insediamento si vedono ancora, intorno alla chiesa e alle edicole della Via Crucis. Sono dei terrapieni che dovevano difendere la comunità dagli attacchi dei barbari». 


I fossati dell'antico villaggio fortificato
​Questi fossati sono i meglio conservati del Medio Friuli e sono quello che resta delle aree fortificate da alti terrapieni, da mura di cinta e da porte a torre; il periodo è quello dell'età patriarcale, tra il 1077 e 1420, quando croce e masserizie andavano difese dalle orde barbariche, dagli Ungari in particolare, dagli infedeli, cioè i turchi, e dalle pretese dei feudatari locali. 

Le incursioni dei barbari
«Le incursioni dei barbari portarono morte e distruzione - spiega il parroco -, tanto che, per ripopolare vaste aree di terra rimaste deserte, e per riprendere la vita nei campi con l'agricoltura, il patriarca chiamò genti slave a colonizzare la zona. Ecco perché i toponimi di diversi centri del Medio Friuli, e non solo, hanno una radice slava arcaica come Gradisca, Gradischiutta o Gradiscutta». 

Il portale del Pilacorte
​Sul villaggio poi fu edificata la chiesa che si vede oggi, dedicata a Santo Stefano Protomartire, che è il patrono di questa frazione di Sedegliano. La Parrocchiale è impreziosita da un portale, quello laterale destro, firmato da Giovanni Antonio Pilacorte. L'edificio sacro, molto grande, con un campanile altrettanto imponente, restaurato lo scorso anno, sorge proprio all'interno di una doppia ellissi di terra: è l'antica cortina, quella del villaggio fortificato. 

La Via Crucis monumentale
«La Via Crucis monumentale sorge su un vasto spiazzo ed è composta da 14 cappelle, le stazioni, dalla Condanna alla Deposizione; culmina con una quindicesima edicola che è dedicata a Maria Addolorata. Sopra a questa ultima cappella, che noi in friulano chiamiamo "lis statuis", c'è una antica urna cineraria rovesciata e una scritta che rimanda a un frate, tale Leonardo da Porto Maurizio che aveva fatto costruire una Via Crucis monumentale nel Colosseo, a Roma». 

Gli emigranti
​Gli emigranti della zona di San Lorenzo, abitato che oggi conta 751 residenti, avevano lavorato nella capitale. Da qui la scelta di realizzare una Via Crucis come quella del Colosseo ma in terra friulana. Il percorso, inaugurato nel 1748, fu finanziato da due preti, Giovanni e Antonio Venier, che pagarono di tasca loro le edicole. Ogni cappella è affrescata e i dipinti, in ottimo stato di conservazione, furono realizzati da un artista molto celebre ai suoi tempi, Aurelio Mariani, autore anche di grandi dipinti custoditi all'interno della chiesa.

Una concessione particolare 

«Proprio per la particolarità di questa Via Crucis - spiega don Mario -, la Parrocchia di Santo Stefano ottenne dal vescovo, all'inizio del secolo scorso, l'autorizzazione a fare la processione all'aperto e non il Venerdì Santo ma la Domenica Santa, a Pasqua. Da allora la tradizione di fare la Via Crucis a Pasqua si è sempre mantenuta. La facciamo ogni anno alle 10 e mezza, prima della celebrazione della messa solenne delle 11».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino