Residenti ed esercenti di via Cappuccina: «Qui gli spacciatori sono i padroni»

MESTRE Spacciatori ai giardini pubblici vicino alla stazione ferroviaria
MESTRE - «In questi anni ne abbiamo viste tante. Ma una cosa del genere, mai. Dove stiamo arrivando»? Più che arrabbiata, è sconvolta la gente che vive o...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

MESTRE - «In questi anni ne abbiamo viste tante. Ma una cosa del genere, mai. Dove stiamo arrivando»? Più che arrabbiata, è sconvolta la gente che vive o lavora in zona stazione, dopo quanto successo l’altro ieri nei pressi del sottopasso del tram: all’arresto di uno spacciatore è scoppiata la rivolta dei “colleghi” contro i vigili urbani, aggrediti fisicamente e verbalmente, e costretti a chiamare rinforzi. «Abbiamo visto benissimo la scena, incredibile. In tre non riuscivano a tenerlo – raccontano Domenico Reato e la moglie Nadia Marchetto che gestiscono il Caffè Diemme all’angolo con via Cappuccina – Qui la vita è avvelenata da questi personaggi. La situazione è insostenibile. Le forze dell’ordine ci sono, passano, ma quando vanno via lor signori tornano indisturbati».


I CONTROLLI
Proprio in quel mentre arriva una pattuglia della Polizia locale e inizia la “processione”: i pusher si incamminano in massa verso via Piave. Un quarto d’ora dopo, tutto è come prima. «Sono pericolosi, provocano, ti sfidano, sono violenti. Credono di essere i padroni della zona. Qui non se ne va fuori se non viene l’esercito h24», proseguono i due coniugi. Giusto di fronte, la testimonianza del proprietario della pizzeria Pizza & Ristò Michele La Valle è speculare. «Ne succedono di tutti i colori. Lo spazio tra i fabbricati e la rete che delimita il sottopasso è terra di nessuno. Spesso diventa il ring su cui si ammazzano di botte, mentre a pochi passi transitano bambini e anziani – afferma – Dopo il blitz di quattro anni fa la situazione era migliorata, ora siamo punto e a capo. Servirebbe una bella opera di bonifica. Devono venire i militari. Oltre agli spacciatori ci sono i tossicodipendenti che si trascinano da un muro all’altro. E ovviamente sono disponibili a tutto, pur di procurarsi una dose. L’altro giorno uno che si era seduto al tavolo senza mai ordinare, aveva rubato lo zainetto di un cliente che era andato al bagno. L’abbiamo bloccato subito perché lo tenevamo d’occhio». Spiega un’anziana: «Per andare da mia figlia e in parrocchia al Sacro Cuore in via Aleardi, non posso che fare questa strada, ma talvolta mi sembra d’imbattermi su un muro umano: l’altro giorno ho contato 30 spacciatori in un colpo solo, tutti assieme». Le offese, le risse, i parapiglia, sono all’ordine del giorno. La zona più critica è a ridosso del sottopasso ciclopedonale di via Dante, da dove arrivano urla e imprecazioni a far capire che da lì è meglio girare al largo. “Un disastro, si drogano a tutte le ore, davanti a tutti, senza scrupoli. Una settimana fa mi sono imbattuto in una donna che si bucava sul torace, restando in piedi a stento. Quel tunnel andrebbe chiuso, anzi cementato”, sottolinea un residente.


DISAGI QUOTIDIANI


Nei parcheggi a pagamento, la vigilanza è altissima. «Cercano d’intrufolarsi dappertutto, vorrebbero andare nei bagni per drogarsi. Specialmente la sera bisogna avere non due, ma dieci occhi per controllare», racconta un operatore. Poco più in là, sul marciapiede, a poca distanza dal sottoportico “regno” dello spaccio ci sono tracce di sangue fresco. Intanto è un via vai continuo di facce poco raccomandabili. Tanti che sembrano attendere l’arrivo del cliente, hanno gli auricolari alle orecchie. All’hotel Bologna, in via Piave, uno dei più rinomati in città, conoscono bene la situazione. «Da quando abbiamo fatto l’ampliamento, abbiamo installato un cancello in più nella stradina d’ingresso al parcheggio per evitare che vengano a nascondersi negli anfratti – riferisce Marco Cecchinato Tura – C’è chi domanda di usare i servizi igienici, in stazione ce ne sono solo a pagamento e così arrivano da noi. Abbiamo chiesto al nostro staff di prestare attenzione. Mentre al bar non serviamo da bere a sbandati. Va riconosciuto che le forze dell’ordine hanno fatto molto. I portici qui di fronte sono stati liberati. Certo, notizie come quella della rivolta contro i vigili sono preoccupanti».
  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino