Via Anelli, ultimatum di Bitonci: «Esproprio e la rado al suolo»

Via Anelli
PADOVA - L’ultimatum scadrà il 30 giugno. E se entro quella data non sarà stato raggiunto un accordo con i proprietari, si procederà con gli espropri, propedeutici al...

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PADOVA - L’ultimatum scadrà il 30 giugno. E se entro quella data non sarà stato raggiunto un accordo con i proprietari, si procederà con gli espropri, propedeutici al passaggio successivo, ancor più significativo: l’arrivo delle ruspe per radere al suolo l’intero complesso "Serenissima".




Massimo Bitonci, dunque, ha deciso di intervenire in via Anelli e per questo ha lanciato un aut aut a coloro che possiedono ancora un alloggio in quel sito, dopo averli incontrati più volte negli ultimi mesi per prospettare loro delle ipotesi di "permuta". In questo momento il valore di mercato di quei mini alloggi da 28 metri quadrati oscilla tra i 10 e i 13 mila euro, come stabilito nelle ultime aste e da alcune perizie.







«Ai privati che hanno un’abitazione nell’ex "bronx" - ha spiegato ieri il primo cittadino - ho formulato varie proposte. La prima è quella di acquisire altri beni comunali e nella lista ci sono pure alcuni appartamenti: potrebbero addirittura mettersi insieme per acquisire, con una sorta di "proprietà collettiva" che sommi i volumi di due o tre alloggi, una delle case che il Comune ha messo in vendita. La seconda opportunità ventilata è invece quella di dare loro la possibilità di utilizzare i "crediti edilizi" in altre zone: ciò significa poter realizzare, magari anche in questo caso in modo collettivo, la medesima cubatura altrove, su un terreno dell’amministrazione, magari usufruendo di un "bonus" che consentirebbe a chi ne beneficia di edificare qualche metro cubo in più. Adesso, quindi, mi aspetto che siano i proprietari stessi a prendere contatti con i nostri uffici. Ma se entro il 30 giugno non ci saranno sviluppi positivi, procederemo con gli espropri. Ovviamente al prezzo di mercato».



In quest’ultimo caso, per avviare le procedure, è necessario che venga progettata un’opera di pubblica utilità. Ed è ancora il sindaco a spiegare di cosa si tratta.



«Insieme all’Ateneo e all’Ater vorremmo avviare un progetto per la realizzazione di una struttura universitaria: una sorta di Casa dello studente e un centro di ricerca. Oppure delle aule, tenuto conto che quella è diventata una zona di pertinenza prettamente universitaria, vista la presenza a poca distanza del "Fiore" di Botta. Perché, quindi, non pensare a un ostello e a qualcosa che abbia a che fare con la ricerca? Ne parlerò con il rettore, perché la nostra idea mi pare interessante». «In alternativa - ha detto ancora Bitonci - potremmo considerare pure l’eventualità di edificare degli immobili di edilizia residenziale pubblica».



I mini appartamenti nel complesso Serenissima sono quasi trecento e in questo momento 125 appartengono ai privati, un centinaio al Comune e i restanti all’Ater: questi ultimi li hanno acquisiti negli anni scorsi pagandoli circa 30 mila euro l’uno. Oggi, quindi, nel caso non si procedesse con gli espropri per "pubblica utilità", Comune e Ater dovrebbero entrare in possesso del 75% del totale degli immobili per portare avanti insieme un piano edilizio.



«Appena li acquisiamo - ha concluso il sindaco sorridendo - buttiamo una bella... bomba per radere al suolo le sei palazzine e restituire finalmente alla città un’area che non può più rimanere nelle condizioni di abbandono e di degrado in cui versa ormai da ben otto anni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino