Il Milan batte il Verona e le tante assenze

Verona-Milan, dalle 15 la diretta: rossoneri in emergenza
Era già pronta, cassetto semiaperto, la retorica sulla fatal Verona. Invece il Milan B, assemblato nei sotterranei di una squadra sommersa dall’emergenza, esce dal...

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Era già pronta, cassetto semiaperto, la retorica sulla fatal Verona. Invece il Milan B, assemblato nei sotterranei di una squadra sommersa dall’emergenza, esce dal Bentegodi con un successo, il secondo nelle ultime sette gare tra campionato e coppe, che tiene accesa la fiammella-scudetto (per allungarsi di nuovo a +6 l’Inter deve battere domani l'Atalanta) e mette al riparo la fiamma-Champions (la cui qualificazione vale 50 milioni di euro). Il Pioli di Verona, mentre perde pezzi su pezzi, trova un senso di squadra. Giusto per non dimenticare: mancavano Ibra (arrivato nell’albergo del ritiro in mattinata e seduto in tribuna), Calhanoglu, Hernandez, Tonali, Rebic, Bennacer, Mandzukic. In riva all’Adige, Pioli s’è rifugiato negli outsider, da Krunic a Meite passando per Dalot, uno dei tre ventunenni in campo insieme a Leao e Saelemaekers. Il suo Milan è stato più unito e più tonico dell’Hellas, parso con la lingua a penzoloni, il che non sorprende visto il poco turnover recente di Juric e i ritmi d’allenamento del croato. Due i riferimenti rossoneri, Kessie e Calabria, uno per come s’è fatto trovare in impostazione e per la legna accumulata senza palla, l’altro per come ha messo la museruola a Zaccagni. A Krunic e Dalot il merito d’aver messo il punto esclamativo sulla sintassi offensiva rossonera, di gran lunga migliore rispetto a quella gialloblù: la punizione capolavoro del bosniaco s’incastonava, nel primo tempo, tra due ghiottonerie capitate a Leao, impreciso di testa e di piede; la percussione del portoghese, a inizio ripresa, n’è stata la giusta chiosa. Su Leao una parentesi: non segna da due mesi, con l’Udinese non tenne un pallone, a Verona si è fatto trovare un po’ più spesso e se non altro la finta a liberare Dalot per il raddoppio è un fatto di cronaca. Ringhiando il giusto, il Milan è riuscito a togliere dalla partita le due pedine più preziose di Juric, Barak e Zaccagni, 11 gol e 9 assist in due, tandem cui appartiene un/terzo dei gol dell’Hellas. A inizio ripresa Juric li ha tolti, provando a cambiare la partita com’era successo con la Juventus, ma si è scontrato con l’aver spremuto i suoi durante il recente tour de force. Rispetto a un anno fa, il Milan ha 20 punti in più. Nell’ultimo decennio di serie A, le prime hanno recuperato massimo 5 punti sulle avversarie, però da Verona arriva un segnale tonificante, specie pensando al ciclo che, adesso, prevede lo United, il Napoli, ancora lo United quindi la Fiorentina. Il problema è non accusare il colpo degli infortuni: lunedì nuovo aggiornamento di infermeria. Intanto, in saccoccia, tre punti che rinforzano il tessuto (u)morale di Donnarumma e soci.

 

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LE FORMAZIONI

VERONA (3-4-2-1): Silvestri; Ceccherini, Gunter, Magnani; Faraoni, Tameze, Veloso, Lazovic; Barak, Zaccagni; Lasagna. All. Juric

MILAN (4-2-3-1): G. Donnarumma; Calabria, Tomori, Romagnoli, Dalot; Meité, Kessié; Saelemaekers, Krunic, Castillejo; Leão. All. Pioli

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Il Gazzettino