VERONA - Trecento persone assegnate alla provincia di Verona a fronte di un migliaio di domande. Anche quest'anno le raccolte stagionali della frutta cominciano nel segno...
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Per il lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico-alberghiero, il ministero dell'Interno ha stabilito l'ingresso di 18.000 cittadini non comunitari residenti all'estero, da ripartire tra le Regioni e le Province autonome. A Verona sono stati assegnate 300 quote per il lavoro stagionale e 200 per il lavoro stagionale pluriennale (cioè stagionali che tornano ogni anno a fare le raccolte). I posti per i lavoratori stagionali riguardano i cittadini appartenenti alle 28 nazionalità indicate nel decreto: Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Corea, Costa d'Avorio, Egitto, El Salvador, Etiopia, Macedonia, Filippine, Gambia, Ghana, Giappone, India, Kosovo, Mali, Marocco, Mauritius, Moldova, Montenegro, Niger, Nigeria, Senegal, Serbia, Sri Lanka, Sudan, Tunisia e Ucraina, spiega Confagricoltura Verona.
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Il numero è insufficiente per coprire le necessità di braccianti nei campi della provincia di Verona in vista delle raccolte in arrivo: ciliegie, frutti di bosco, e poi pesche, albicocche, meloni e successivamente uva, mele, pere e kiwi. «Gli imprenditori agricoli mi riferiscono la difficoltà di reperire personale - sottolinea Francesca Aldegheri, referente per la frutta di Confagricoltura Verona - Fortunatamente, con il maltempo, la maturazione delle fragole è avvenuta in maniera graduale, altrimenti parte il prodotto avrebbe avuto difficoltà a essere raccolto».
Conferma Damiano Valerio, azienda agricola a Raldon, della sezione frutticoltori di Confagricoltura Verona e vicepresidente dell'Associazione fragolicoltori della pianura veronese, che conta 40 aziende associate: «Da anni si fa sempre più fatica a trovare manodopera per la raccolta, per non parlare del personale specializzato in grado di guidare il trattore o fare trattamenti. Il numero di ingressi è stato drasticamente ridotto e gli stagionali che abbiamo da anni cominciano ad avere una certa età e non vengono più. Gli italiani non vengono più nei campi e con l'eliminazione dei voucher abbiamo perso una grossa fetta di pensionati e studenti. Se non avremo abbastanza lavoratori saremo costretti a lasciare i frutti sulle piante».
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Il Gazzettino