Congresso famiglia, in marcia contro l'evento, Verona blindata: «Siamo in 100mila», dicono le femministe

VERONA - Piazza Bra a Verona è "zona rossa", vietata a chi manifesta contro il Congresso mondiale delle famiglie, ospitato al palazzo della Gran Guardia, davanti...

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VERONA - Piazza Bra a Verona è "zona rossa", vietata a chi manifesta contro il Congresso mondiale delle famiglie, ospitato al palazzo della Gran Guardia, davanti all'anfiteatro Arena.  «Siamo 100mila!» scrive l'associazione femminista «Non una di Meno» sul proprio profilo Twitter a proposito del grande corteo di Verona, che contesta il Congresso delle Famiglie. Le ultime stime della Questura, a corteo in corso, parlano di almeno 25mila partecipanti, un dato che però potrebbe essere rivisto. «Siamo la luna che muove le maree e cambieremo il mondo con le nostre idee», è scritto ancora di Non una di meno.


Imponenti le misure di sicurezza da parte delle forze dell'ordine, con videosorveglianza lungo tutto il percorso della manifestazione, alla quale sono annunciati anche esponenti del sindacato nazionale tra cui Maurizio Landini, segretario generale Cgil, e Ivana Veronese, segretaria confederale Uil.

Intervento del ministro dell'Interno, Matteo Salvini che ieri aveva detto che quella sul Congresso sulla famiglia di Verona è una «polemica costruita sul nulla dalla sinistra». «Andrò a ribadire la libertà di scelta di tutti e per tutti - aveva detto al suo arrivo in prefettura a Milano -: le conquiste sociali non si toccano, non si discute sulla revisione dell' aborto del divorzio, della libertà di scelta per donne e uomini». «Si ragiona su come aiutare le famiglie italiane: mamme e papà, coi bimbi e coi nonni e uscire da una situazione di povertà che a volte, dopo la nascita di un figlio, ti entra in casa», ha concluso Salvini.


«Credo che Salvini si assume una grave responsabilità perché il governo in questo caso non avrebbe dovuto assumere quei valori lì, e perché lui dovrebbe essere il ministro di tutti non di una parte soltanto», fa eco da Verona il segretario Cgil Maurizio Landini, prima della partenza del corteo. «Di Maio - ha aggiunto Landini, a proposito del dissenso detto M5s - ha fatto il contratto con Salvini, quindi dovrebbe chiedersi con chi fa i contatti e quindi a che cosa servono quei contratti».


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Il Gazzettino