​La città di Giulietta e Romeo censura lo stand pro-nozze gay

Romeo e Giulietta, frame dal film del 1968 di Franco Zeffirelli
VERONA - «Verona ha tradito la sua missione di città dell'amore». È bastato uno slogan ad effetto, #sposachivuoi, proposto in uno stand dagli...

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VERONA - «Verona ha tradito la sua missione di città dell'amore». È bastato uno slogan ad effetto, #sposachivuoi, proposto in uno stand dagli organizzatori della manifestazione Verona Sposi in programma nel fine settimana all'ex Arsenale della città scaligera, per scatenare una polemica politica con accuse di discriminazioni nei confronti delle coppie gay da parte dell'opposizione in consiglio comunale e decise prese di posizione da parte di chi sostiene la famiglia tradizionale.


Nel mirino la decisione dell'amministrazione comunale di centrodestra di invitare - su sollecitazione del movimento Popolo della famiglia - gli organizzatori della rassegna veronese a rimuovere in uno stand immagini e slogan allusivi al same sex wedding, condensati nell'hashtag #sposachivuoi. Il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale, Vito Comencini, ha commentato favorevolmente le critiche che erano state avanzate in precedenza dall'assessore alla trasparenza, Edi Maria Neri. «Le trovate di marketing non possono affossare i valori - ha sottolineato l'esponente del Carroccio -. Bene ha fatto l'assessore Neri a frenare l'allestimento di stand palesemente contrari alla famiglia tradizionale, che rischiava di trasformarsi in propaganda relativista a favore di altre unioni che nulla c'entrano con la famiglia composta da mamma e papà»...
 
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Il Gazzettino