Pagamenti in ritardo all'Arena, “sequestrate” le scenografie

L'arena di Verona
VERONA - L'Aida senza scenografia e pure senza comparse? È quello che potrebbe accadere a Verona, dove da alcuni giorni i tecnici non avrebbero più accesso ai...

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VERONA - L'Aida senza scenografia e pure senza comparse? È quello che potrebbe accadere a Verona, dove da alcuni giorni i tecnici non avrebbero più accesso ai magazzini della Thun Logistic di Valdaro di Mantova, dove sono conservate una parte delle scenografie dell’Arena. Motivo: la società che gestisce la logistica per conto della Fondazione Areniana avrebbe cambiato le serrature dopo che da mesi non si vedrebbe più riconoscere il pagamento dell'affitto.

Questo dopo che lunedì, approvato il pareggio nel bilancio di previsione 2015, il sovrintendente Francesco Girondini ha inviato una lettera a tutti i dipendenti ed ai sindacati nella quale annuncia che «causa il perdurare della situazione di illiquidità che non consente a tutt'oggi di liquidare le spettanze del mese di febbraio 2016 entro la data del 12 marzo 2016, si comunica che non sarà possibile la liquidazione delle spettanze riferite al mese di febbraio» e che «la Fondazione procederà il 12 marzo con il pagamento di una somma a titolo di acconto della retribuzione ed il relativo saldo entro e non oltre il 21 marzo 2016».
La nota del Sovrintendente è arrivata dopo che, sempre lunedì, il consiglio di indirizzo della Fondazione Arena, che vede presidente il sindaco Flavio Tosi, aveva approvato anche il pareggio di bilancio preventivo 2016, chiuso con 47 milioni di entrate (dei quali 20 da incasso di biglietteria e 11 da trasferimenti statali) e altrettante di uscite (delle quali 25 per costi del personale), grazie all’intervento “una tantum” straordinario del Comune di Verona per altri 500 mila euro, che si aggiungono ai 2,5 milioni già stanziati dall'amministrazione comunale. Intanto rimane pesante la situazione debitoria che supera oramai i 30 milioni e che ha portato la Fondazione a chiedere ed ottenere l'accesso alla Legge Bray per il risanamento delle Fondazioni liriche in crisi.
«Come avevamo previsto, il bilancio previsionale 2016 della Fondazione Arena si è rivelato un mero adempimento burocratico - attaccano i consiglieri comunali del Pd Michele Bertucco ed Eugenio Bertolotti - necessario ad incamerare l'anticipo del Fus ed evitare la liquidazione coatta dell'ente, ma privo di qualsivoglia visione strategica di rilancio. Ancora una volta il sindaco Tosi attinge dalle casse comunali per un finanziamento a fondo perduto, ma non fa nulla per dotare l'ex ente lirico del piano industriale necessario ad uscire dalla crisi».

Il Pd chiede la sostituzione degli attuali vertici e il taglio del Museo Amo e della società operativa Arena Extra. Richieste che puntano dritto alla “testa” del sovrintendente Girondini e che, oggi, si fanno più pressanti visto che sarebbero sempre di più i creditori che battono cassa con ingiunzioni nella sede della Fondazione (dove da quattro mesi insiste anche l'assemblea permanente dei dipendenti alle prese con una vertenza durissima). Come appunto avrebbero fatto “Thun Logistic”, realtà che fa capo al gruppo altoatesino “Thun” (famoso per gli angioletti in ceramica) che da mesi non vedrebbe pagato l'affitto del capannone dove sono custodite le scenografie areniane, e pure “Eurocompanygroup”, società veronese che da 20 anni si occupa della movimentazione delle scenografie areniane. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino