Vetrina Amarone, la Valpolicella capitale del Riduci Risparmia Rispetta

Vetrina Amarone, la Valpolicella capitale del Riduci Risparmia Rispetta
VERONA - La sostenibilità della viticoltura è sempre...

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VERONA - La sostenibilità della viticoltura è sempre più importante sia per il consumatore finale, che ha cominciato a tenerne conto nella scelta del vino, sia per coloro che abitano e vivono in aree densamente vitate. Due elementi fortemente sentiti in Valpolicella tant'è che il Consorzio Tutela Vini della Valpolicella, che a Verona organizza «Anteprima Amarone», la grande vetrina arrivata alla 14/a edizione, ha da cinque anni lanciato il protocollo di produzione integrata «Riduci Risparmia Rispetta». Dalla vendemmia 2016 le uve e i vini prodotti secondo il protocollo saranno certificate da Siquria e quindi si potranno fregiare del marchio «RRR». Il marchio potrà essere apposto sulle bottiglie e, nel caso di chi conferisce le uve, sui documenti fiscali di accompagnamento. «L'obiettivo del Consorzio - ha detto il suo presidente Christian Marchesini - è quello di puntare a ottenere vini sempre più salubri e socialmente sostenibili. In Valpolicella, che è tra le aree di produzione più blasonate e rinomate in Italia e non solo, il rapporto tra viticoltura e zona di produzione è particolarmente stretto e la sostenibilità è necessaria per l'accettazione sociale». Per la prima volta in Italia è un Consorzio di tutela a certificare, sotto il controllo di un ente terzo, la sostenibilità del processo produttivo e, altra novità, in accordo con le amministrazioni locali. «Il marchio - ha aggiunto Olga Bussinello, direttore del Consorzio - rappresenta la certificazione del rispetto ambientale, con l'adozione di tecniche innovative in vigneto, e della tutela del paesaggio. Abbiamo potuto conseguire la certificazione dell'area a denominazione Valpolicella anche grazie al supporto e alla condivisione delle amministrazioni locali. Il Protocollo è nato, infatti, oltre che per rispondere alla domanda dei consumatori sempre più decisa di vini che esprimono il territorio e anche di un ambiente più pulito da parte degli abitanti della Valpolicella. Il progetto nel suo primo anno ha coinvolto 30 aziende e 500 ettari, ma l'obiettivo del Consorzio è di arrivare a certificare il 60% della superficie vitata nei prossimi due anni. Teniamo molto a questo traguardo su cui in Europa si sta cimentando soltanto l'Austria». I Comuni di Marano, Fumane, San Pietro in Cariano, Sant'Ambrogio, Negrar, Verona e Illasi che hanno aderito al progetto rappresentano, infatti, il 73% della superficie vitata della denominazione Valpolicella. Si tratta di una «certificazione di area» che riguarda non solo il processo produttivo in vigneto e in cantina, ma l'insieme del territorio, dalla conservazione del paesaggio a quella dell'ecosistema, dalla gestione delle risorse alla tutela della biodiversità, fino alla difesa che, fondata sul principio di precauzione, ha regole più restrittive rispetto ai protocolli nazionali e regionali. A curare la parte scientifica del progetto è il Crea-Viticoltura Enologia di Conegliano (Treviso).
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Il Gazzettino