Bufera Veritas, gli sfizi del dirigente: ogni anno un quadro da 40mila euro

VENEZIA - Il 2015, per Claudio Ghezzo, non dev'essere stato un anno meraviglioso. Inchiesta a parte, quel reddito di soli 139mila euro, quando l'anno prima aveva superato...

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VENEZIA - Il 2015, per Claudio Ghezzo, non dev'essere stato un anno meraviglioso. Inchiesta a parte, quel reddito di soli 139mila euro, quando l'anno prima aveva superato i 167mila e nel 2013 era arrivato a 172mila euro. Pazienza, avrà pensato, comprerò un quadro di meno. Al 52enne dirigente di Veritas piace l'arte, e lo si legge nell'ordinanza del giudice: «Nel triennio 2007-2009, anni in cui viene investito degli incarichi dirigenziali, Ghezzo ha acquistato opere d'arte per un importo di 125mila euro, più altri cinque quadri (di Licata, Boetti, Nunziante, Rabarama, Guidi, Vedova e Scanavino) per i quali non è stata esibita tutta la documentazione giustificativa relativa agli avvenuti pagamenti, valutati da un esperto gallerista per complessivi 30mila euro». E fanno 155mila euro, ai quali se ne aggiungono altrettanti nel periodo 2010-2014, spesi sempre nell'acquisto di opere d'arte, senza contare orologi, gioielli e arredi d'antiquariato rinvenuti dalla Guardia di Finanza nelle perquisizioni a casa di Claudio Ghezzo. D'accordo, il suo reddito non era indifferente, ma un investimento di 40mila euro all'anno «rappresenta un terzo del reddito netto annuo e costituisce ulteriore indice della disponibilità di entrate in nero», prosegue l'ordinanza...

 
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Il Gazzettino