Cafoni a Venezia, l'assessore: «Notte in cella per chi si tuffa in canale»

VENEZIA - Una notte in cella per chi si tuffa nei canali di Venezia, mettendo in pericolo se stessi e gli altri. VOI COSA NE...

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VENEZIA - Una notte in cella per chi si tuffa nei canali di Venezia, mettendo in pericolo se stessi e gli altri.


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Sulla stessa scia di quanto aveva già auspicato il sindaco Luigi Brugnaro, ora viaggia anche l'assessore alla Sicurezza Giorgio D'Este, in particolare dopo gli ultimi due episodi del week-end: sabato un turista si è tuffato dal pontile di San Silvestro per nuotare fino a metà Canal Grande nonostante il passaggio dei natanti, mentre domenica alle Fondamente Nove, un 23enne afghano si è buttato in canale (ed è stato multato). «Attendiamo con ansia il nuovo regolamento che introdurrà il Daspo urbano - spiega d'Este - occorrono regole più severe perché certi episodi  irresponsabili, che mettono a rischio la propria incolumità e quella altrui, non si verifichino più. Faremo di tutto per insistere con il governo, affinché possano esser adottati ulteriori provvedimenti più severi, delle contromisure. Poter trattenere queste persone 24 ore in cella per fargli passare la voglia di compiere determinate gesta, può avere la sua utilità».
L'afghano multato domenica aveva anche addosso una maglietta con la scritta Più tuffi, meno multe. «Non si può più parlare di atteggiamenti ignoranti ma sfidanti - commenta l'assessore al Turismo Paola Mar - perché per indossare una maglia simile significa che le regole si conoscono eccome, e volutamente si ignorano, in un contesto di sfida».
LA SFIDAOgni estate c'è chi ci riprova a saltare da rive e ponti, talvolta anche filmandosi per postare le prodezze in rete. «Dobbiamo pretendere che il governo inizi a lavorare in materia di sicurezza urbana - afferma D'Este - per fornire ulteriori strumenti. Se chi fa queste bravate continuerà a pensare che mal che vada si becca solo una multa, non riusciremo ad essere incisivi, né a farci rispettare come città». I tuffi possono avere anche le più tragiche conseguenze, basti pensare al marinaio neozelandese che la notte del 13 agosto 2016 si era tuffato dal ponte di Rialto, centrando un taxi acqueo e morendo alcuni mesi dopo. Oggi in città vi sono 487 vigili urbani e, al netto di ferie e permessi, ogni giorno ve ne sono 350 in servizio tra Venezia e Mestre, che scendono a circa 200 la domenica e i giorni festivi. Il nuovo regolamento di polizia urbana, che a mesi sarà approvato, introduce per i tuffi nei rii, oltre alla sanzione, un obbligo di allontanamento per 48 ore, il daspo urbano. «E' un provvedimento più restrittivo - commenta D'Este - in caso di violazione e reiterazione, il questore può emettere anche l'ordine di allontanamento dal territorio».

IL DECOROIl problema dei tuffi in centro storico riguarda la sicurezza, ma non tralascia nemmeno l'aspetto del malcostume e del decoro. «In casi come quelli di domenica non si può parlare di ignoranza delle regole - afferma l'assessore Mar - semmai di atteggiamento di sfida». Entrambi gli assessori scartano l'ipotesi che il nuovo spot della Red Bull, con protagonista Pasha Petkuns, il guru del parkour, possa veicolare un messaggio ai turisti completamente opposto a quello della campagna di sensibilizzazione #EnjoyRespectVenezia per il rispetto delle regole. «Credo che le persone siano in grado di riconoscere che si tratti di finzione, di uno spot - precisa Mar - anche se personalmente non mi ha entusiasmato». Proprio l'assessore sta puntando ad incrementare l'offerta informativa ai visitatori. Tanto che a breve saranno stampati degli opuscoli con numeri e dritte utili per chi arriva in città, e a giorni i cartelli della campagna di sensibilizzazione saranno sostituiti con quelli nuovi: «Abbiamo inserito quattro nuovi simboli - conclude Mar - con quattro divieti: appendere i lucchetti, acquistare la merce contraffatta, lordare con i graffiti la città e campeggiare per strada». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino