VENEZIA - Il Comune punta a raccogliere più risorse dall'imposta di soggiorno differenziando gli appartamenti turistici in base alla categoria e non tassandoli, come...
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Lo ha deciso ieri la Giunta approvando una importante modifica al regolamento dell'imposta. In poche parole, dall'imposta di un euro e 50 centesimi fissa si passa dal primo gennaio 2018 ad una quota variabile che va dai 2 ai 5 euro. La differenza è legata al prestigio dell'immobile che ospita l'appartamento turistico, che sempre più spesso viene preferito al soggiorno in albergo. Si va dal palazzo storico all'appartamento signorile, i cui ospiti pagheranno 5 euro a testa per notte, alla casa popolare (anche lì ci sono turisti) i cui ospiti pagheranno 2 euro a notte. In mezzo c'è la fascia più ampia, quella delle abitazioni civili, che si faranno pagare 3 euro a notte.
Questa misura, oltre a garantire maggiore equità, è destinata a portare più soldi nelle casse del Comune, circa un milione di euro.
PROGRESSIVITÀ
«Questa Amministrazione comunale commenta l'assessore al Bilancio, Michele Zuin ha deciso di adeguare il sistema di calcolo dell'imposta inserendo, anche nell'ambito delle affittanze turistiche, un sistema di proporzionalità che già esiste per i pernottamenti negli alberghi. Naturalmente - continua Zuin - rimangono in vigore le riduzioni collegate a particolari situazioni soggettive del turista, alla zona territoriale dove è collocata l'abitazione e al periodo: alta o bassa stagione. Inoltre, la nuova formulazione dell'imposta viene applicata solo agli appartamenti in locazione a turisti e non coinvolge gli alberghi e le altre strutture turistiche ricettive che, già dalla prima applicazione della tassa di soggiorno nel 2011, utilizzano un sistema tariffario proporzionato alla qualità della struttura e quindi al costo del pernottamento».
RESISTENZE
Rimane intanto in piedi il contenzioso legato alla resistenza con cui tanti titolari di queste attività fanno all'assoggettamento all'imposta di soggiorno, a cominciare da Confedilizia che contesta l'assimilazione della locazione alle attività ricettive. Si tratta di una questione puramente giuridica, ma se è vero che la locazione è regolata esclusivamente dal Codice civile, è altrettanto inconfutabile che l'uso che viene fatto della locazione breve è esclusivamente a fini turistici. Infine, un accenno alla destinazione dell'importo ricavato, che è destinato ad attività di miglioramento della gestione turistica e delle sicurezza della città. «Le maggiori entrate - conclude l'assessore - verranno utilizzate a copertura dei costi della città che derivano dal turismo e che non devono ricadere sui cittadini veneziani». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino