Il 18 luglio aveva affidato a Joe Tacopina l'onere, più che l'onore, di far ripartire il calcio arancioneroverde dopo le macerie lasciate dal russo Yury...
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«Questa prima vittoria dimostra che le scelte ragionate e meditate con attenzione, ma soprattutto la serietà delle persone, portano non a caso grandi risultati - le parole di Brugnaro -. Va da sè che il plauso va a Tacopina, anima e motore di un progetto metropolitano di ampio respiro». L'ennesima crisi del calcio veneziano è stata una delle prime «patate bollenti» per Brugnaro (già tra i finanziatori nell'estate 2005 della rinascita con i Marinese-Poletti) subito dopo l'elezione a primo cittadino.
«Veramente ero più preoccupato per i 32 milioni di buco del Comune - ricorda sorridendo - ma, ripeto, il rilancio del Venezia è stato possibile grazie alla bontà degli interlocutori che mi hanno presentato un progetto meritevole di un supporto totale». Il Venezia in Lega Pro vuole essere solo una meteora puntando a salire da subito in serie B.
Alla luce delle ambizioni il tema del nuovo stadio è a dir poco d'attualità, non a caso Tacopina è a caccia d'investitori a tutte le latitudini.
«L'obiettivo è la serie A in tempi rapidi, quindi io e Tacopina stiamo lavorando assieme ed è mia intenzione dargli il massimo appoggio. Il tempo dei proclami però è finito, in passato sullo stadio ne abbiamo sentite di tutti i colori e noi invece vogliamo dimostrare e portare i fatti».
Peraltro il patron arancioneroverde alla parola stadio affianca ormai «arena» facendo intendere la costruzione anche di un nuovo palasport per il basket targato Reyer.
«Quando dico che lavoriamo a braccetto voglio dire esattamente questo - ribadisce Brugnaro -. Intanto godiamoci le vittorie, del Venezia e della Reyer, approdata ai playoff con la maschile, in semifinale scudetto con la femminile e in finale nazionale con gli Under 20 e 18». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino