Per il Comune pioggia di pretendenti sarà un voto “spezzatino” /I nomi

Luigi Brugnaro, Felice Casson e Francesca Zaccariotto i big della sfida
VENEZIA - I giochi sono fatti. A meno di un mese dal voto lo scenario sul quale ora saranno i cittadini a decidere è definito. Una campagna elettorale durata dieci mesi – nel...

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VENEZIA - I giochi sono fatti. A meno di un mese dal voto lo scenario sul quale ora saranno i cittadini a decidere è definito. Una campagna elettorale durata dieci mesi – nel caso di Venezia – vissuta fra assemblee di partito e aule giudiziarie è giunta al culmine. Con un esito che un anno fa non sarebbe stato nemmeno immaginabile.


L’inchiesta sul Mose e il terremoto politico che ha squassato il capoluogo regionale ha costretto tutte le forze in campo a un profondo lavoro di rinnovamento. Con risultati che ora saranno gli elettori a valutare. Di oggettivo c’è un centrosinistra che, superate le Primarie, cerca di ricompattarsi nel nome di Felice Casson, con polemiche che fino all’ultimo hanno condizionato la definizione delle liste per Comune e municipalità, complice il "ripescaggio" di Nicola Pellicani.

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Nel centrodestra, come osservato da Luigi Brugnaro, il voto del 31 maggio rappresenterà le Primarie della coalizione, chiamata a scegliere fra il patron dell’Umana, la presidente uscente della Provincia Francesca Zaccariotto e l’esponente delle civiche (e della Lega) Gianangelo Bellati.



Terzo incomodo fra le maggiori coalizioni il Movimento 5 Stelle che, evitata la spaccatura interna fra i meet-up di Venezia e Mestre, cerca ora di ricompattarsi nel nome di Davide Scano. Ma in corsa ci sono anche Giampietro Pizzo, Camilla Seibezzi, Roberto Fiore e Alessandro Busetto. Una frammentazione che, a prima vista, potrebbe favorire il centrosinistra che, forte dei consensi ottenuti da Casson alle Primarie, vorrebbe chiudere la partita al primo turno, come riuscì cinque anni fa a Giorgio Orsoni. Ma di mezzo, si sa, c’è il caso Mose che ha spazzato via la Giunta uscente, consegnando la città alla gestione commissariale, alle prese con un bilancio drammatico per le casse comunali (e le tasche dei cittadini).



Non meno frammentato il panorama negli altri Comuni chiamati al voto: parlano da sé le 24 liste presentate a Portogruaro (con undici candidati per la poltrona di sindaco), i sette in corsa a Dolo, dove il centrodestra che governava s’è spaccato in almeno quattro fazioni, complici le vicende che hanno riguardato la Lega Nord. Anche Cavallino Treporti non è da meno, con cinque candidati in corsa, mentre solo Torre di Mosto presenterà agli elettori una scelta più facile fra tre candidati.



Nel mese scarso che rimane, ai candidati spetterà il compito più arduo: convincere gli elettori a votare e credere nella democrazia rappresentativa, nonostante tutto. Basterebbe questo per augurare, a tutti, buon lavoro.
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Il Gazzettino