Venezia romantica. Venezia misteriosa. Venezia schifosa. Venezia vanitosa. Venezia nuda e bagnata. A volte dimenticata, vulnerabile e delicata. Venezia è qui dietro, ma...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Antica meta di scrittori e filosofi, di pittori e musicisti, oggi preda del più selvaggio del commercio turistico, Venezia attira navi da crociera, goffe e mostruose, che più volte al giorno, ogni estate, entrano in scena sul canale della Giudecca, pittoresche e tragiche come in un film di Fellini. Venezia si svuota ogni giorno e viene abbandonata dai suoi abitanti ormai stremati e vessati dai costi insostenibili, dalla mancanza di vero lavoro, laguna insopportabile dai più e sempre meno accogliente per chi le appartiene. Una città invisibile, eppure tanto civetta. Venezia soffre. Ma Venezia cosa ne pensa di sé stessa? Lo chiediamo a Sergio Pascolo, docente dello IUAV e architetto votato a progetti di social-housing in tutta Europa, da tempo impegnato sul fronte salvataggio della Laguna più famosa del mondo. A contatto ogni giorno con i più giovani gli abbiamo rivolto alcune domande.
Sergio, secondo lei, cosa significa e cosa potrebbe significare "ABITARE VENEZIA” per citare tra l’altro il titolo di un suo libro:
«Abitare Venezia oggi viene considerato nel mondo qualcosa di quasi impossibile.
«Sì, perchè Venezia oltre che essere una città-monumento è anche un modello urbano sostenibile non solo dal punto di vista ambientale per le basse emissioni e il basso consumo ma anche dal punto di vista economico e sociale. Venezia potrebbe promuovere uno stile di vita equo e solidale. Quindi un modello di grande importanza per tutto il mondo urbanizzato».
Cosa ne pensa invece del progetto Mose?
«Sinceramente, senza considerare altri costi aggiuntivi e che il completamento è previsto nel 2018, non c'è nessuna certezza che il sistema funzioni. Un progetto a dir poco irresponsabile a mio avviso. Con quel denaro la città avrebbe già potuto avere oggi tutto ciò che manca in termini di servizi».
Due parole sul progetto metropolitana?
«Il progetto della metropolitana sublagunare assomiglia molto al Mose, ma a mio avviso peggiore. Il servizio di metropolitana regionale denominato SFMR potrebbe essere invece un’iniziativa vincente. Collegare 55 comuni in tutto il Veneto in modo più efficiente e veloce potrebbe portare solo a vantaggi a tutta la regione e ai suoi cittadini».
A che ora chiude Venezia? La riapriamo? E quando la riapriamo?
«In questo scenario statico, attivare un processo di ri-costruzione dell'identità e di attrazione di nuove filiere di conoscenza e di competenze per ri-costruire una città produttiva, farebbe ridecollare la microeconomia nelle sue manifatture artigianali, nello spettacolo, nelle arti e nelle idee. Venezia potrebbe essere il polo del non plus-ultra dell’innovazione. Ridimensionare il turismo usa e getta e incentivare quello di qualità. Quando la riapriamo? Dipende dall'azione e dalla comunicazione che si sarà in grado di mettere in atto».
Confidiamo nei giovani, dispieghiamo le vele, Venezia wants to think big.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino