Venezia. Palazzo Ducale, restauro concluso e ora sfida al clima

Venezia. Palazzo Ducale, restauro concluso e ora sfida al clima
VENEZIA - La bellissima facciata di palazzo Ducale, i suoi merli e i suoi pinnacoli gotici sono salvi, ma tra una ventina d'anni o forse meno bisognerà rimetterci le...

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VENEZIA - La bellissima facciata di palazzo Ducale, i suoi merli e i suoi pinnacoli gotici sono salvi, ma tra una ventina d'anni o forse meno bisognerà rimetterci le mani. Il clima particolare di Venezia, con l'aria salmastra, l'esposizione ai venti e alle piogge e anche all'inquinamento atmosferico avevano messo a dura prova l'integrità del rivestimento bianco e rosso che con la sua fantasia a losanghe copre 1.800 metri quadrati di superficie.


Dopo 18mila ore di lavorazioni, un anno e mezzo di cantiere finanziato da 2 milioni 800mila euro del bilancio della città, il restauro si è finalmente concluso e quella che fu la casa delle istituzioni della Serenissima è tornata (quasi) al suo originario splendore. Un restauro che è stato di conservazione e consolidamento dei materiali lapidei, che erano ormai deteriorati dalla fine dell'ultimo intervento, che risale a poco meno di 25 anni fa. Allora le facciate furono coperte da maxipannelli raffiguranti l'interno del palazzo. Questa volta, invece, nulla è stato coperto, poiché le restauratrici e i restauratori hanno operato su ponteggi mobili che potevano alzarsi e abbassarsi a piacimento, garantendo la massima flessibilità di impiego, oltre alla leggibilità dell'edificio, che non è mai venuta meno tra il 4 aprile 2022 e il 16 novembre scorso.


RICERCA E CONSOLIDAMENTO


I lavori, commissionati dal Comune di Venezia, sono stati diretti dall'architetto Alberto Torsello di Ta Architettura, l'unico ad aver restaurato quasi tutti i monumenti più importanti della città, assieme allo studio di ingegneria Boaretto e associati e da Seres Srl. La ditta esecutrice è stata la Lares, altro esempio di eccellenza veneziana e veneta. Su tutto, ha vegliato la Soprintendenza, che ha sede proprio a palazzo Ducale e quindi era particolarmente attenta.
Il grande lavoro compiuto sulle facciate e sulle merlature è stato anche un'occasione di studio.


L'ESECUZIONE


«Tutto quello che è stato fatto ora e in passato - ha detto Torsello - è stato organizzato in database che rappresenta la memoria della struttura e dei rivestimenti del palazzo. Un'operazione che non era mai stata fatta e che servirà certamente a chi sarà chiamato ad intervenire nuovamente, dato che esiste un ciclo ventennale di lavori da effettuare su questo tipo di edifici. Con il cambio di clima e l'inquinamento, questo ciclo è destinato a diventare ancora più breve.».
La progettazione è stata preceduta da un'indagine con il radar ad alta e media frequenza che ha rivelato parecchie cose, come ha rivelato l'ingegnere Luca Boaretto. «La scansione radar - ha detto - ha rivelato che il rivestimento mattonellato in pietra d'Istria e marmo rosso di Verona in realtà non ha solo una funzione decorativa, ma anche strutturale. Mediamente i blocchi sono spessi 13 centimetri ma alcune pietre sono più spesse e arrivano a 30 centimetri, costituendo una sorta di "maglia" di un metro per un metro su cui l'intero rivestimento è saldato alla struttura portante».
La merlatura e i pinnacoli (alti circa un metro e 80) , non erano in buone condizioni e sono stati tutti rinforzati nell'appoggio alla pietra sommitale del cordolo, anch'essa rinforzata con fibre di basalto e calce.


«Il risultato è straordinario - ha concluso l'assessore Zaccariotto, per il Comune di Venezia che ha finanziato e portato avanti l'operazione anche con i suoi tecnici - e ci permette di restituire alla città un edificio che è stato interessato da interventi di grande qualità. L'intervento è stato suddiviso in quattro fasi operative, al fine di garantire la fruibilità di Palazzo Ducale durante l'intera durata dei lavori. Una modalità unica nel suo genere e che potrà essere ripetuta in occasione di altri interventi su monumenti storici. Il cantiere è stato studiato in maniera tale che non potesse mai compromettere il ruolo catalizzatore di Piazza San Marco». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino