Anziano sul carretto a Venezia, la moglie: «Chiesto il permesso ai vigili»

Anziano sul carretto a Venezia, la moglie: «Chiesto il permesso ai vigili»
(m. f.) Che piazzale Santa Lucia e zona stazione a Venezia siano una "terra di nessuno" non sorprende né è notizia di ieri: alle bande di borseggiatrici...

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(m. f.) Che piazzale Santa Lucia e zona stazione a Venezia siano una "terra di nessuno" non sorprende né è notizia di ieri: alle bande di borseggiatrici sempre attive davanti agli imbarcaderi si somma un esercito di porter non sempre regolari, tanto che a volte si azzuffano per prendersi una valigia in più. In questo panorama di desolazione si è verificato uno sprazzo di umanità e riguarda la persona portata in carretto sul ponte di Calatrava, di cui abbiamo parlato ieri. Un episodio non unico del suo genere. La moglie del protagonista, suo malgrado, ci racconta la storia e lo fa per mettere nella giusta luce il portabagagli che ha compiuto un gesto contro le regole.

«Mio marito ottuagenario ed io - racconta da Padova dove vive - eravamo stati alla Fenice e al ritorno, a pochi passi dal ponte, lui non se l’è più sentita di camminare per la stanchezza e i postumi da intervento chirurgico».
La testimonianza è diretta a far capire come non fosse stato il portabagagli ad offrire il servizio, ma gli fosse stato richiesto. «Non sapevo cosa fare, il vaporetto era troppo lontano  e comunque non poteva più camminare e arrivare al garage sarebbe stato impossibile. All’andata  avevamo preso il vaporetto, ma al ritorno avevamo pensato di fare la strada a piedi». Poi, la difficoltà davanti al ponte.
«C’erano due o tre portabagagli e ho chiesto a uno di loro se poteva trasportarlo fino al garage. Lui mi ha risposto “Se faccio il ponte prendo la multa”. Così, ho visto una pattuglia di vigili e ho chiesto come avrei potuto fare. La vigilessa, molto gentilmente, mi aveva chiesto se avessi voluto un’ambulanza, ma non c’era bisogno di essere portati in ospedale. Così ho chiesto se lasciavano quell’uomo attraversare il ponte per una volta e per una buona causa. A quel punto, ha acconsentito. Alla fine quel porter ci ha risolto un problema ed è stato onesto, pur rischiando di essere sanzionato: mi ha chiesto 10 euro».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino