OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
VENEZIA - Venezia seconda città d’Italia per polveri sottili. È quanto emerge dal nuovo report “Mal’aria di città” di Legambiente, che vede la città seconda dopo Torino e prima di Padova. Una classifica “in negativo”, stilata prendendo a riferimento la centralina Arpav che in ogni città ha calcolato nel 2020 il più alto numero di giorni in cui il Pm10 è andato sopra il limite massimo di 50 microgrammi per metro cubo d’aria. Se il capoluogo piemontese è risultato al primo posto con 98 sforamenti, Venezia ne ha avuti 88 registrati alla centralina di via Tagliamento alla Gazzera (quella di riferimento urbano sarebbe però la stazione al parco Bissuola) e Padova 84. Venezia ha così oltrepassato la soglia consentita per più del doppio delle volte, 35 all’anno, in base alla normativa comunitaria.
Sul piano politico la consigliera regionale dei 5stelle e il consigliere comunale di Verde progressista Gianfranco Bettin temono per il futuro: «Il Veneto è maglia nera per Pm10 e c’è chi pensa a nuovi inceneritori», commenta la prima, mentre Bettin è tranchant: «Con l’inceneritore Venezia si batterà per il primo posto, la maglia nerissima». Baldin attacca: «Trovo veramente surreale la discussione che si sta sviluppando attorno a ben due inceneritori, quello di Fusina e quello di Padova, che vanno a insistere su un territorio già gravemente compromesso dal punto di vista dell’inquinamento».
Venezia risulta però tra le città più inquinate anche prendendo in considerazione i parametri dell’Organizzazione mondiale della sanità, più stringenti di quelli europei, in quanto il limite è fissato a 20 microgrammi per metro cubo d’aria: la media è di 33, due sole unità in meno di Torino, che anche in questo caso ha il primato. «Sulla città pesano le emissioni di Porto Marghera, mentre nell’area metropolitana il traffico incide per il 30% dell’inquinamento: bisogna continuare a spingere sulla mobilità sostenibile», sottolinea Luigi Lazzaro, presidente regionale di Legambiente che, sul trasporto pubblico, aggiunge: «A Mestre si potrebbe pensare a una linea in più del tram».
Il presidente veneziano, Paolo Franceschetti, aggiunge: «In centro storico è necessario controllare le emissioni dei natanti, che viaggiano come euro 0, mentre nell’automobilistico si sta per bandire l’Euro 4, “salvato” solo perché c’è l’emergenza sanitaria. Il nostro territorio ha bisogno delle grandi opere: fondamentali sono il collegamento ferroviario con l’aeroporto, per cui siamo favorevoli al progetto in discussione, l’alta velocità tra Venezia e Trieste e la metropolitana di superficie». L’assessore alla Mobilità Renato Boraso ricorda che “purtroppo tutta la pianura padana è una cappa di smog”, e rivendica “i grossi investimenti fatti per la ciclabilità e gli autobus elettrici”. Ma Boraso lancia anche un monito: «Tutti i Comuni limitrofi dovrebbero uniformare le delibere sulle restrizioni al traffico stradale, mentre i cittadini vanno invitati ad attenersi all’obbligo periodico di controllo delle caldaie domestiche».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino